Gino il mandarino
Gino è un mandarino dalla buccia arancione però liscia perché a forza di piangere, la sua superficie si è levigata, infatti è molto timido e sensibile e ogni offesa lo fa piangere lacrime aspre.
Un giorno Gino il mandarino si ritrovò nella cassetta delle mele, forse una signora distratta non l’ aveva rimesso nella sua cassetta, molto spaventato si guardò intorno e vide che delle mele originarie della “Val di Si” lo fissavano minacciose e in particolar modo il Boss Mela Marcia. Il boss era molto grande e la sua buccia era marrone, viveva nel supermercato ormai da tanto tempo perché nessuno l’aveva mai comprato per la sua buccia bucherellata. Il boss era molto prepotente e con arroganza gli disse: “Tu cosa ci fai qua! Lo sai che la nostra cassetta è vietata a tutti i tipi di frutta (tranne le mele, è ovvio) ma specialmente a voi mandarini perché avete tanti semi e uno deve stare sempre attento a non ingoiarseli!” Gino si sentì offeso e incominciò a piangere lacrime aspre, e poiché si trovava in bilico sul bordo della cassetta si diede una spinta e cadde nel carrello della spesa della stessa signora che lo aveva riposto male. Prontamente la signora si accorse della presenza dell’intruso nel suo carrello e lo ripose nella cassetta, quella delle pere……..
вℓα¢к95
Il gran premio del supermercato
Vicino a casa mia c’è un supermercato dove i carrelli per la spesa di notte vengono messi all’interno vicino alle casse e, tutte le sere, i carrelli si animano e organizzano delle gare di velocità tra i banchi del supermercato.
Oggi è il giorno della finalissima, i concorrenti sono due e si chiamano: Kruscotto e Cocacola Team.
Il circuito parte dalla cassa numero 1, percorre il rettilineo del banco dei formaggi, gira per la curva delle acque minerali, il piccolo rettilineo del banco ortofrutta e le due curve del banco del pesce e quello dei surgelati con l’arrivo alla cassa numero 10. Il giudice di gara è il cartello delle offerte speciali che si trova a metà percorso, madrina della manifestazione è la scopa elettrica di nuova generazione, esposta nel reparto casalinghi di nome Elettrina Lei è molto ammirata dagli altri articoli del reparto casalinghi e, pur accorgendosi di questo, non si dà molte arie, anzi è sempre simpatica con tutti.
Una volta partiti i carrelli, si è acceso il tifo di tutti gli articoli esposti nel supermercato anche se, nella furia della corsa, i carrelli sbattono qua e la sulle merci esposte.
I due contendenti sono molto vicini e di continuo si sorpassano l’uno con l’altro, là velocità è elevatissima e Kruscotto, che è il più prepotente di tutti i carrelli e vuole sempre vincere, anche barando, con delle manovre scorrette non fa passare Cocacola Team che è il più veloce.
Lui ha le ruote di dietro diverse da quelle davanti perché quelle posteriori si erano rotte e, non avendole trovate uguali, gliele hanno montate diverse, questo però per lui è un vantaggio perché le ruote sono più grandi e quindi il carrello va più veloce degli altri. Cocacola Team non viene usato dai clienti del supermercato, lo usano i commessi per trasportare le bottiglie di Coca Cola.
Ha un carattere scherzoso e tutti gli vogliono bene e con il suo fascino e la sua gentilezza attira l’attenzione di tutte le casse del supermercato.
Arrivati alla cassa numero 10, Cocacola Team, approfittando di uno spazio che si è aperto davanti a lui, riesce ad arrivare per primo e vincere la coppa del nonno nel reparto gelati, consegnata dalla ammiratissima scopa Elettrina.
Isa_95
Amore a prima vista
Ero davanti alle scaffalature verdi e pensavo a cosa sarebbe potuto piacere al mio padrone per pranzo. La pasta la odiava, il riso pure. Avrebbe vomitato davanti a una frittata o qualsiasi altra cosa fatta con le uova. Era fissato con la sua stramaledetta dieta. Diceva sempre che non si potevano mangiare grassi e che facevano male al fegato o all’intestino. Quella dieta ormai l’aveva ridotto in una specie di stecchino: i suoi folti capelli neri non s’intonavano per niente al suo viso bianco e magro e sul suo naso lungo e sottile posavano sempre un paio di occhiali con una spessa montatura rosso fiamma. Per non parlare del suo carattere: era odioso, in poche parole. Sempre silenzioso, quando apriva bocca parlava solo di politica e del suo lavoro (faceva l’impiegato in una banca).
In quel periodo era talmente impegnato che non aveva (o diceva non avere) il tempo per andare a fare la spesa. L’idea di mandare me era veramente pessima, però non potevo farci niente; tutta la gente mi guardava, mentre trascinavo quel carrello troppo pesante per me, che non andava mai dritto. Mi stavo annoiando, e pure parecchio.
Poi, quando voltai l’angolo, mi trovai davanti al mio reparto preferito: il reparto del cibo per gli animali. Andai spedito verso lo scaffale dei croccantini per i cani, eccola lì, la marca che mi piaceva.
Nel voltarmi per mettere la merce dentro il carrello vidi una ragazza bellissima: aveva lunghi capelli neri e bellissimi occhi dello stesso colore dei capelli, le pupille non si vedevano.
Proprio quello che si dice un colpo di fulmine. Le mie pupille avevano preso la forma di un cuore, come nei cartoni animati. Il mio pelo nero sembrava essersi schiarito e le mie piccole quattro zampe erano diventate bianche.
Lei mi guardò, poi si inginocchiò e mi disse:
-Oh povero piccolo cagnolino! Il tuo padrone ti ha abbandonato? Non c’è nessun problema, puoi venire ad abitare a casa mia. Vediamo… il tuo nome da oggi in poi sarà Fido. Ti piace?-
Perché mi diceva “il tuo nuovo nome”? io mi chiamavo già Fido, però lei non lo poteva sapere, non poteva sapere niente di me, non poteva immaginare che ero un cane parlante.
Mi prese tra le braccia e mi mise nel carrello. Poi spostò i barattoli dal mio ex carrello al suo, e mi disse:
- Questi te li comprerò sempre per farti mangiare, va bene?-
- Per me non c’è problema, sono i miei preferiti, però se preferisci puoi darmi anche la pizza, ne vado pazzo. -
La ragazza, che si chiamava Chiara, rimase a bocca aperta quando mi sentì parlare e balbettò:
- Tu…tu…hai…hai…- era molto scioccata, ed io la interruppi:
- Sì, sì, ho parlato, sono un cane parlante. Come esiste il grillo parlante di Pinocchio può esistere anche un cane parlante, giusto?- Non sopportavo l’idea che qualcuno mi contraddicesse, mi stavo già innervosendo.
Non si era convinta, allora le dissi di dirigersi verso la cassa e, una volta usciti decisi di raccontargli la mia storia, ormai la sapevo a memoria, tante volte l’avevo raccontata.
- Io, nel passato ero un essere umano. A un anno, però, mi morse un cane mannaro, e mi fece uno strano effetto, perché, invece di essere sempre umano e durante la luna piena trasformarmi in un cane (avendo anche i sensi di un cane, e la lingua di un cane, bau bau) rimasi sempre un cane, però con i sensi di un umano, le emozioni di un umano e la lingua di un umano…-
Fui costretto a raccontargliela più volte fino a che non decise di credermi e tenermi con sé. Da quel giorno vivemmo per sempre felici e contenti.
Ops… forse dopo dieci anni è un po’ tardi per riportare la spesa al mio ex padrone.
Isola95
Mela verde & Banana Co.
Supermercato. Luogo pieno di gente, di caos, di rumori. Gente che parla, che ride, gente mogia mogia e gente indecisa se prendere i cereali al cioccolato o quelli alla vaniglia. Tutti immersi nelle loro spese e nei loro pensieri, nessuno si accorge che in fondo al reparto della frutta, vicino alle cassette delle arance, ci sono una mela verde e una banana che chiacchierano allegramente su Hollywood e sul gossip. La mela verde chiacchiera a voce sommessa ed è intenta a calmare l’eccitazione della banana che racconta vivacemente la storia della sua vita, da quando è stata raccolta fino a quando l’ hanno riposta nella cassetta delle banane e momentaneamente si aggiusta il ciuffo castano. La mela verde rivela alla banana che il suo sogno nel cassetto è diventare la mascotte di una famosa marca di mele verdi. Non c’ è molto da dire sulla mela verde, è una piccola mela di colore verde chiaro senza nessuna macchiolina marrone ed un piccolo picciolo in cima. La sua famiglia è stata trasferita in vari supermercati di Roma, forse è per questo che è molto riservata e schiva ma se qualcuno la conosce meglio trova sotto la buccia dura una dolce polpa. La banana è un frutto piuttosto allegro e vivace, lo si nota dal colorito giallo acceso e dal ciuffo castano che si aggiusta continuamente. E’ stata raccolta in Brasile ed è stata importata in Italia da qualche mese ma conosce già bene gli acquirenti italiani e i loro gusti. Quando un suo amico è in difficoltà lei non aspetta due secondi ad aiutarlo. La banana da quell’anima semplice che è, dice che non è tanto difficile diventare una mascotte e convince la mela a lucidarsi tutta la buccia e a curarsi il picciolo perché presto sarebbe arrivato un talent scout pronto a portarla in uno studio televisivo. La mela verde si fa tutta bella e intanto la banana sguscia fuori dalla cassetta e va a cercare un talent scout nei meandri del supermercato. Per sua fortuna, la banana trova quasi subito il talent scout e, dondolandosi davanti a lui, attira la sua attenzione. La banana dondola fino alla cassetta delle mele e il talent scout, che l’ ha seguita per tutto il tempo, rimane abbagliato dalla bellezza della mela e la compra insieme alla banana. La mela verde e la banana hanno un gran successo nel mondo dello spettacolo e, se trovate in giro una limousine verde e gialla, sappiate che quella limousine appartiene alla Mela verde & Banana Co.
The Phoenix
Discussione al supermercato
Ero nel reparto libri del supermercato vicino casa mia, quando ho sentito due signore che litigavano per avere l’ultimo libro di una famosa serie di cui non so nemmeno il titolo.
Una delle due signore si chiama Anna.
Anna è una donna di mezza età, magra e con molte rughe, i suoi capelli sono di un colore misto tra il grigio ed il bianco lunghi e raccolti in una cipolla. E’ molto generosa ma solo con parenti e conoscenti, perché crede che tutti siano ladri e quindi non da’ confidenza a nessuno.
La signora Anna tiene molto al Natale, è la festa che adora di più in assoluto.
L’altra signora, invece, si chiama Giuseppina.
E’ una donna anch’essa di mezza età, con la faccia antipatica, è abbastanza grassa, di bassa statura e le sue mani sono tempestate di gioielli. Il suo collo è talmente pieno di grasso che non si vede e anche delle collane lunghe, su di lei, sembrerebbero girocolli.
La signora Giuseppina ha i capelli di un colore rosso tinto, molto corti e ricci ed è una di quelle donne all’antica con il modo di fare un po’ vanitoso.
Tutti i giorni Giuseppina si reca al Supermercato e fa di tutto per passare il tempo perché è sola.
Nella discussione Anna diceva: “Ho due nipotine alle quali piace questo libro e per le feste natalizie ho promesso di regalarglielo”, Giuseppina invece diceva: “Non me ne importa niente delle sue nipotine, il libro l’ho preso per prima e mi spetta di diritto”. Anna ribatté: “L’ho preso prima io e non lei e quindi spetta a me”.
Ad un certo punto intervenne un commesso di nome Daniele. Daniele è un ragazzo di vent’ anni, molto magro, con pochi capelli di color marrone e con una faccia simpatica. È gentile e gli piace molto il suo lavoro, adora tutte le persone anche se sono come Anna e Giuseppina, il suo motto è: “il cliente ha sempre ragione”.
Daniele intervenne nella discussione delle due signore dicendo: “Dovrei averne un’altra copia in magazzino, se aspettate un momento ve lo vado a prendere”.
Allora le due signore attesero con impazienza l’arrivo del ragazzo che, una volta tornato, diede il libro fresco di magazzino a Giuseppina ed Anna tenne il libro in esposizione.
È in questi casi che si vede l’educazione delle persone, sia Anna che Giuseppina si sono comportate in modo sbagliato.
Giuggi Chan
L’ amore dello scaffale
Ecco che era arrivato: l’ultimo pezzo per completare il supermercato, l’ultimo scaffale verde che il direttore guardava entusiasta e che i facchini speravano di posare presto.
Appena messo in un angolo, lo riempirono con una montagna di sacchetti pasta, di tutti i tipi. Subito lo scaffale (di nome Giorgio) si innamorò del primo sacchetto (di nome Maria); se avesse potuto si sarebbe piegato su di lei per nasconderla, ma poiché era fatto di acciaio non si poteva piegare. Giorgio era uno scaffale molto allegro pieno di vitalità e con una marea di amici. Aveva una voglia forte di imparare, andare in giro per il mondo e scoprire cose. Maria (molto simile a Giorgio) aveva voglia di imparare, era simpatica e sempre allegra. Di solito si faceva molti amici ovunque andava.
Di notte si confessarono che ormai si erano innamorati l’uno dell’altra, ma non volevano pensare al domani quando Maria sarebbe stata venduta.
Il giorno non tardò a venire ed il pacco di pasta venne venduto. Giorgio fu in lutto per molti e molti anni, fino al giorno in cui rincontrò il pacco di pasta. Era stato riciclato, ma stavolta conteneva pasta scadente. I due rimasero a lungo insieme fino a che il supermercato fallì e fu chiuso. La merce vecchia e scaduta, come Giorgio e Maria fu buttata in una discarica. Lì, finalmente insieme per sempre, finirono i loro giorni.
Barbarossa
Una giornata al supermercato
Un giorno io - orecchie grandi, bocca piccola, occhi castani, gentile, disordinato, un po’ ingenuo, naso a patata, occhiali - e papà - alto, orecchie piccole, occhi castani, bocca media, naso grande, gentile, intelligente, ordinato, premuroso - siamo usciti per andare insieme al supermercato. Appena arrivati ho lasciato papà alla sua spesa e sono andato a farmi un giro al reparto dei dolciumi. Il reparto era deserto, però mi è sembrato ugualmente di sentire delle voci, chi poteva essere? Quatto quatto mi sono avvicinato e - incredibile! – davanti a me ho visto due marmellate parlanti! Ho pensato di sognare, la cosa era strabiliante! Di fronte avevo due barattoli di marmellata, una di pesche - occhi grandi, bocca larga, barattolo medio, pettegolona, coperchio giallo - e l’altra di albicocche - occhi piccoli, bocca piccola, barattolo medio, chiacchierona, coperchio oro - che spettegolavano sulla marmellata di ciliegie! La conversazione si faceva sempre più interessante ed intrigante, le due marmellate criticavano aspramente l’altra mrmellata per non so quale motivo. Purtroppo però ad un certo punto è arrivata una signora e d’un tratto gli occhi e le bocche delle marmellate sono scomparse. Oh no, mi sono detto, chissà come finisce la storia! Per fortuna quando la signora si è allontanata i due barattoli hanno ripreso a discorrere animatamente; poco dopo però la corsia dei dolciumi si è riempita di persone, e l’unico modo per sapere come finiva la storia era acquistare le due marmellate; allora le ho prese al volo e le ho subito messe nel carrello di papà.
Appena arrivati a casa ho riposto i due barattoli nella credenza e mi sono messo ad origliare la loro discussione; purtroppo quando mamma è tornata dal parrucchiere ha aperto la dispensa, ha preso la marmellata e ha aperto entrambi i barattoli, uno per fare una crostata, l’altro per prepararmi un panino, dicendomi: “Pensavi forse mi dimenticassi della tua merenda?”
Ibra 95
Gino è un mandarino dalla buccia arancione però liscia perché a forza di piangere, la sua superficie si è levigata, infatti è molto timido e sensibile e ogni offesa lo fa piangere lacrime aspre.
Un giorno Gino il mandarino si ritrovò nella cassetta delle mele, forse una signora distratta non l’ aveva rimesso nella sua cassetta, molto spaventato si guardò intorno e vide che delle mele originarie della “Val di Si” lo fissavano minacciose e in particolar modo il Boss Mela Marcia. Il boss era molto grande e la sua buccia era marrone, viveva nel supermercato ormai da tanto tempo perché nessuno l’aveva mai comprato per la sua buccia bucherellata. Il boss era molto prepotente e con arroganza gli disse: “Tu cosa ci fai qua! Lo sai che la nostra cassetta è vietata a tutti i tipi di frutta (tranne le mele, è ovvio) ma specialmente a voi mandarini perché avete tanti semi e uno deve stare sempre attento a non ingoiarseli!” Gino si sentì offeso e incominciò a piangere lacrime aspre, e poiché si trovava in bilico sul bordo della cassetta si diede una spinta e cadde nel carrello della spesa della stessa signora che lo aveva riposto male. Prontamente la signora si accorse della presenza dell’intruso nel suo carrello e lo ripose nella cassetta, quella delle pere……..
вℓα¢к95
Il gran premio del supermercato
Vicino a casa mia c’è un supermercato dove i carrelli per la spesa di notte vengono messi all’interno vicino alle casse e, tutte le sere, i carrelli si animano e organizzano delle gare di velocità tra i banchi del supermercato.
Oggi è il giorno della finalissima, i concorrenti sono due e si chiamano: Kruscotto e Cocacola Team.
Il circuito parte dalla cassa numero 1, percorre il rettilineo del banco dei formaggi, gira per la curva delle acque minerali, il piccolo rettilineo del banco ortofrutta e le due curve del banco del pesce e quello dei surgelati con l’arrivo alla cassa numero 10. Il giudice di gara è il cartello delle offerte speciali che si trova a metà percorso, madrina della manifestazione è la scopa elettrica di nuova generazione, esposta nel reparto casalinghi di nome Elettrina Lei è molto ammirata dagli altri articoli del reparto casalinghi e, pur accorgendosi di questo, non si dà molte arie, anzi è sempre simpatica con tutti.
Una volta partiti i carrelli, si è acceso il tifo di tutti gli articoli esposti nel supermercato anche se, nella furia della corsa, i carrelli sbattono qua e la sulle merci esposte.
I due contendenti sono molto vicini e di continuo si sorpassano l’uno con l’altro, là velocità è elevatissima e Kruscotto, che è il più prepotente di tutti i carrelli e vuole sempre vincere, anche barando, con delle manovre scorrette non fa passare Cocacola Team che è il più veloce.
Lui ha le ruote di dietro diverse da quelle davanti perché quelle posteriori si erano rotte e, non avendole trovate uguali, gliele hanno montate diverse, questo però per lui è un vantaggio perché le ruote sono più grandi e quindi il carrello va più veloce degli altri. Cocacola Team non viene usato dai clienti del supermercato, lo usano i commessi per trasportare le bottiglie di Coca Cola.
Ha un carattere scherzoso e tutti gli vogliono bene e con il suo fascino e la sua gentilezza attira l’attenzione di tutte le casse del supermercato.
Arrivati alla cassa numero 10, Cocacola Team, approfittando di uno spazio che si è aperto davanti a lui, riesce ad arrivare per primo e vincere la coppa del nonno nel reparto gelati, consegnata dalla ammiratissima scopa Elettrina.
Isa_95
Amore a prima vista
Ero davanti alle scaffalature verdi e pensavo a cosa sarebbe potuto piacere al mio padrone per pranzo. La pasta la odiava, il riso pure. Avrebbe vomitato davanti a una frittata o qualsiasi altra cosa fatta con le uova. Era fissato con la sua stramaledetta dieta. Diceva sempre che non si potevano mangiare grassi e che facevano male al fegato o all’intestino. Quella dieta ormai l’aveva ridotto in una specie di stecchino: i suoi folti capelli neri non s’intonavano per niente al suo viso bianco e magro e sul suo naso lungo e sottile posavano sempre un paio di occhiali con una spessa montatura rosso fiamma. Per non parlare del suo carattere: era odioso, in poche parole. Sempre silenzioso, quando apriva bocca parlava solo di politica e del suo lavoro (faceva l’impiegato in una banca).
In quel periodo era talmente impegnato che non aveva (o diceva non avere) il tempo per andare a fare la spesa. L’idea di mandare me era veramente pessima, però non potevo farci niente; tutta la gente mi guardava, mentre trascinavo quel carrello troppo pesante per me, che non andava mai dritto. Mi stavo annoiando, e pure parecchio.
Poi, quando voltai l’angolo, mi trovai davanti al mio reparto preferito: il reparto del cibo per gli animali. Andai spedito verso lo scaffale dei croccantini per i cani, eccola lì, la marca che mi piaceva.
Nel voltarmi per mettere la merce dentro il carrello vidi una ragazza bellissima: aveva lunghi capelli neri e bellissimi occhi dello stesso colore dei capelli, le pupille non si vedevano.
Proprio quello che si dice un colpo di fulmine. Le mie pupille avevano preso la forma di un cuore, come nei cartoni animati. Il mio pelo nero sembrava essersi schiarito e le mie piccole quattro zampe erano diventate bianche.
Lei mi guardò, poi si inginocchiò e mi disse:
-Oh povero piccolo cagnolino! Il tuo padrone ti ha abbandonato? Non c’è nessun problema, puoi venire ad abitare a casa mia. Vediamo… il tuo nome da oggi in poi sarà Fido. Ti piace?-
Perché mi diceva “il tuo nuovo nome”? io mi chiamavo già Fido, però lei non lo poteva sapere, non poteva sapere niente di me, non poteva immaginare che ero un cane parlante.
Mi prese tra le braccia e mi mise nel carrello. Poi spostò i barattoli dal mio ex carrello al suo, e mi disse:
- Questi te li comprerò sempre per farti mangiare, va bene?-
- Per me non c’è problema, sono i miei preferiti, però se preferisci puoi darmi anche la pizza, ne vado pazzo. -
La ragazza, che si chiamava Chiara, rimase a bocca aperta quando mi sentì parlare e balbettò:
- Tu…tu…hai…hai…- era molto scioccata, ed io la interruppi:
- Sì, sì, ho parlato, sono un cane parlante. Come esiste il grillo parlante di Pinocchio può esistere anche un cane parlante, giusto?- Non sopportavo l’idea che qualcuno mi contraddicesse, mi stavo già innervosendo.
Non si era convinta, allora le dissi di dirigersi verso la cassa e, una volta usciti decisi di raccontargli la mia storia, ormai la sapevo a memoria, tante volte l’avevo raccontata.
- Io, nel passato ero un essere umano. A un anno, però, mi morse un cane mannaro, e mi fece uno strano effetto, perché, invece di essere sempre umano e durante la luna piena trasformarmi in un cane (avendo anche i sensi di un cane, e la lingua di un cane, bau bau) rimasi sempre un cane, però con i sensi di un umano, le emozioni di un umano e la lingua di un umano…-
Fui costretto a raccontargliela più volte fino a che non decise di credermi e tenermi con sé. Da quel giorno vivemmo per sempre felici e contenti.
Ops… forse dopo dieci anni è un po’ tardi per riportare la spesa al mio ex padrone.
Isola95
Mela verde & Banana Co.
Supermercato. Luogo pieno di gente, di caos, di rumori. Gente che parla, che ride, gente mogia mogia e gente indecisa se prendere i cereali al cioccolato o quelli alla vaniglia. Tutti immersi nelle loro spese e nei loro pensieri, nessuno si accorge che in fondo al reparto della frutta, vicino alle cassette delle arance, ci sono una mela verde e una banana che chiacchierano allegramente su Hollywood e sul gossip. La mela verde chiacchiera a voce sommessa ed è intenta a calmare l’eccitazione della banana che racconta vivacemente la storia della sua vita, da quando è stata raccolta fino a quando l’ hanno riposta nella cassetta delle banane e momentaneamente si aggiusta il ciuffo castano. La mela verde rivela alla banana che il suo sogno nel cassetto è diventare la mascotte di una famosa marca di mele verdi. Non c’ è molto da dire sulla mela verde, è una piccola mela di colore verde chiaro senza nessuna macchiolina marrone ed un piccolo picciolo in cima. La sua famiglia è stata trasferita in vari supermercati di Roma, forse è per questo che è molto riservata e schiva ma se qualcuno la conosce meglio trova sotto la buccia dura una dolce polpa. La banana è un frutto piuttosto allegro e vivace, lo si nota dal colorito giallo acceso e dal ciuffo castano che si aggiusta continuamente. E’ stata raccolta in Brasile ed è stata importata in Italia da qualche mese ma conosce già bene gli acquirenti italiani e i loro gusti. Quando un suo amico è in difficoltà lei non aspetta due secondi ad aiutarlo. La banana da quell’anima semplice che è, dice che non è tanto difficile diventare una mascotte e convince la mela a lucidarsi tutta la buccia e a curarsi il picciolo perché presto sarebbe arrivato un talent scout pronto a portarla in uno studio televisivo. La mela verde si fa tutta bella e intanto la banana sguscia fuori dalla cassetta e va a cercare un talent scout nei meandri del supermercato. Per sua fortuna, la banana trova quasi subito il talent scout e, dondolandosi davanti a lui, attira la sua attenzione. La banana dondola fino alla cassetta delle mele e il talent scout, che l’ ha seguita per tutto il tempo, rimane abbagliato dalla bellezza della mela e la compra insieme alla banana. La mela verde e la banana hanno un gran successo nel mondo dello spettacolo e, se trovate in giro una limousine verde e gialla, sappiate che quella limousine appartiene alla Mela verde & Banana Co.
The Phoenix
Discussione al supermercato
Ero nel reparto libri del supermercato vicino casa mia, quando ho sentito due signore che litigavano per avere l’ultimo libro di una famosa serie di cui non so nemmeno il titolo.
Una delle due signore si chiama Anna.
Anna è una donna di mezza età, magra e con molte rughe, i suoi capelli sono di un colore misto tra il grigio ed il bianco lunghi e raccolti in una cipolla. E’ molto generosa ma solo con parenti e conoscenti, perché crede che tutti siano ladri e quindi non da’ confidenza a nessuno.
La signora Anna tiene molto al Natale, è la festa che adora di più in assoluto.
L’altra signora, invece, si chiama Giuseppina.
E’ una donna anch’essa di mezza età, con la faccia antipatica, è abbastanza grassa, di bassa statura e le sue mani sono tempestate di gioielli. Il suo collo è talmente pieno di grasso che non si vede e anche delle collane lunghe, su di lei, sembrerebbero girocolli.
La signora Giuseppina ha i capelli di un colore rosso tinto, molto corti e ricci ed è una di quelle donne all’antica con il modo di fare un po’ vanitoso.
Tutti i giorni Giuseppina si reca al Supermercato e fa di tutto per passare il tempo perché è sola.
Nella discussione Anna diceva: “Ho due nipotine alle quali piace questo libro e per le feste natalizie ho promesso di regalarglielo”, Giuseppina invece diceva: “Non me ne importa niente delle sue nipotine, il libro l’ho preso per prima e mi spetta di diritto”. Anna ribatté: “L’ho preso prima io e non lei e quindi spetta a me”.
Ad un certo punto intervenne un commesso di nome Daniele. Daniele è un ragazzo di vent’ anni, molto magro, con pochi capelli di color marrone e con una faccia simpatica. È gentile e gli piace molto il suo lavoro, adora tutte le persone anche se sono come Anna e Giuseppina, il suo motto è: “il cliente ha sempre ragione”.
Daniele intervenne nella discussione delle due signore dicendo: “Dovrei averne un’altra copia in magazzino, se aspettate un momento ve lo vado a prendere”.
Allora le due signore attesero con impazienza l’arrivo del ragazzo che, una volta tornato, diede il libro fresco di magazzino a Giuseppina ed Anna tenne il libro in esposizione.
È in questi casi che si vede l’educazione delle persone, sia Anna che Giuseppina si sono comportate in modo sbagliato.
Giuggi Chan
L’ amore dello scaffale
Ecco che era arrivato: l’ultimo pezzo per completare il supermercato, l’ultimo scaffale verde che il direttore guardava entusiasta e che i facchini speravano di posare presto.
Appena messo in un angolo, lo riempirono con una montagna di sacchetti pasta, di tutti i tipi. Subito lo scaffale (di nome Giorgio) si innamorò del primo sacchetto (di nome Maria); se avesse potuto si sarebbe piegato su di lei per nasconderla, ma poiché era fatto di acciaio non si poteva piegare. Giorgio era uno scaffale molto allegro pieno di vitalità e con una marea di amici. Aveva una voglia forte di imparare, andare in giro per il mondo e scoprire cose. Maria (molto simile a Giorgio) aveva voglia di imparare, era simpatica e sempre allegra. Di solito si faceva molti amici ovunque andava.
Di notte si confessarono che ormai si erano innamorati l’uno dell’altra, ma non volevano pensare al domani quando Maria sarebbe stata venduta.
Il giorno non tardò a venire ed il pacco di pasta venne venduto. Giorgio fu in lutto per molti e molti anni, fino al giorno in cui rincontrò il pacco di pasta. Era stato riciclato, ma stavolta conteneva pasta scadente. I due rimasero a lungo insieme fino a che il supermercato fallì e fu chiuso. La merce vecchia e scaduta, come Giorgio e Maria fu buttata in una discarica. Lì, finalmente insieme per sempre, finirono i loro giorni.
Barbarossa
Una giornata al supermercato
Un giorno io - orecchie grandi, bocca piccola, occhi castani, gentile, disordinato, un po’ ingenuo, naso a patata, occhiali - e papà - alto, orecchie piccole, occhi castani, bocca media, naso grande, gentile, intelligente, ordinato, premuroso - siamo usciti per andare insieme al supermercato. Appena arrivati ho lasciato papà alla sua spesa e sono andato a farmi un giro al reparto dei dolciumi. Il reparto era deserto, però mi è sembrato ugualmente di sentire delle voci, chi poteva essere? Quatto quatto mi sono avvicinato e - incredibile! – davanti a me ho visto due marmellate parlanti! Ho pensato di sognare, la cosa era strabiliante! Di fronte avevo due barattoli di marmellata, una di pesche - occhi grandi, bocca larga, barattolo medio, pettegolona, coperchio giallo - e l’altra di albicocche - occhi piccoli, bocca piccola, barattolo medio, chiacchierona, coperchio oro - che spettegolavano sulla marmellata di ciliegie! La conversazione si faceva sempre più interessante ed intrigante, le due marmellate criticavano aspramente l’altra mrmellata per non so quale motivo. Purtroppo però ad un certo punto è arrivata una signora e d’un tratto gli occhi e le bocche delle marmellate sono scomparse. Oh no, mi sono detto, chissà come finisce la storia! Per fortuna quando la signora si è allontanata i due barattoli hanno ripreso a discorrere animatamente; poco dopo però la corsia dei dolciumi si è riempita di persone, e l’unico modo per sapere come finiva la storia era acquistare le due marmellate; allora le ho prese al volo e le ho subito messe nel carrello di papà.
Appena arrivati a casa ho riposto i due barattoli nella credenza e mi sono messo ad origliare la loro discussione; purtroppo quando mamma è tornata dal parrucchiere ha aperto la dispensa, ha preso la marmellata e ha aperto entrambi i barattoli, uno per fare una crostata, l’altro per prepararmi un panino, dicendomi: “Pensavi forse mi dimenticassi della tua merenda?”
Ibra 95