Le fate poetiche: settembre 2007

giovedì 20 settembre 2007

Un' inondazione

Un giorno come altri la città si svegliò felice senza sapere quello che stava per accadere.
Anche Paolo si svegliò normalmente, alle sette per andare a scuola.
-Ciao mamma!-disse Paolo.
-Ciao Paolo, stai attento!-lo raccomandò la madre mentre usciva.
La mattina passò tra le mille cose da fare e, arrivati all’ora di pranzo, Paolo salutò i suoi compagni di classe e tornò a casa ma, nel ritorno, si accorse che qualcosa stava per accadere: il cielo si stava oscurando all’improvviso e si sentiva una leggera scossa per terra. Così Paolo, spaventato, corsa a casa dalla mamma e per sua fortuna riuscì ad entrare in casa prima che arrivasse lei: l’inondazione!
Arrivò travolgendo tutto ciò che incontrava e, Paolo, anche se spaventato, riuscì a mantenere la calma. Per fortuna quel momento di terrore fu breve e subito cominciarono i lavori di ristrutturazione nella città e Paolo tornò subito alla sua vita normale.


Krikke Krokke

martedì 18 settembre 2007

DA QUANTO TEMPO !


E' da tanto che non scrivo sul blog. E da allora sono successe delle cose, per esempio che ho incominciato la scuola, liceo sociopsicopedagogico. E' bellissimo i professori delle medie mi avevano consigliato prorpio bene !!! La materia che mi piace di più è psicologia, interessantissima...( e se lo dico io ci dovete credere ihihih !! ) La cosa diciamo negativa è che in classe siamo 23 ragazze e nessun ragazzo. Per lo meno due o tre ce ne potevano essere !!!!

Comunque sono molto contenta di essere arrivata al liceo, ma allo stesso tempo mi mancano le medie ( anche se sto nella stessa scuola nn possiamo scendere all'altro piano e quindi nn posso vedere nessuno !!!! però per adesso mi trovo bene poi il resto si vedrà !

un bacio a tt


P.S. Prof. Palmisano come va con la 2e è diventata scatenata come eravamo noi ?????)


Giulietta

lunedì 17 settembre 2007

La 500 del nonno

Era una bella e soleggiata giornata di dicembre, il ragazzo era appena riuscito a convincere il nonno a prestargli la sua vecchia 500, pensando di fare bella figura con la sua ragazza e portarla al mare.
Durante il tragitto d’andata trovarono molto traffico e ci misero molto per arrivare, in più il sole batteva forte e dentro la macchina sembrava di stare in un forno.
La ragazza cominciò a lamentarsi: “Il trucco mi sta colando dagli occhi e ho tutti i vestiti bagnati di sudore! Non riesco a respirare per il caldo! Tutto perché la macchina non ha l’aria condizionata!” Lui fece finta di nulla.
Arrivati a ristorante ordinarono una spigola con patate al forno.
Terminato il pranzo ripresero la macchina e fecero un giro per la cittadina di mare.
Al ritorno verso Roma, al caldo e al traffico si aggiunse la rottura del motore. Il ragazzo provò ad aggiustarlo ma senza risultati, inoltre era disperato perché aveva paura della reazione del nonno e, come se non bastasse, la ragazza iniziò ad urlargli: “Vedi, dovevamo uscire con la Mercedes ma tu hai voluto uscire con questo vecchio rottame!” Lui fece finta di non sentire per la seconda volta. Alla fine sconsolato chiamò il carro attrezzi; nel l’ attesa si sedettero sull’ auto e non si rivolsero più la parola. Purtroppo anche il carro attrezzi tardò ad arrivare perchè impegnato con un'altra macchina.
L’ attesa durò quasi due ore; per fortuna la macchina aveva solo un piccolo guasto e fu aggiustata velocemente, ma alla fine della giornata la loro storia d’ amore era finita.


black 95

venerdì 14 settembre 2007

UN CANE SMARRITO


Un bel giorno, mentre ero da mia nonna in montagna ho conosciuto un ragazzo molto simpatico di nome Filippo...ero molto entusiasta di averlo incontrato perchè lui possedeva un bellissimo e simpaticissimo cane. Lo aveva trovato pochi giorni prima del mio arrivo, si tratta di un San Bernardo (naturalmente cucciolo) giocherellone e si era affezionato a me... Infatti tutti i giorni, quando la mamma di Filippo non poteva accompagnarlo a fare una passeggiata, io e lui ci facevamo gigantesche passeggiate in mezzo alla montagna e devo dire che è stata un' esperienza veramente sensazionale, soprattutto quando, durante la passeggiata, abbiamo visto una famiglia di cinghiali. Prima di allora non mi era mai capitato di vedere dei cinghiali dal vivo ed avevo anche una certa paura di loro perciò ci siamo tenuti a distanza e abbiamo proseguito la passeggiata. Il cane si chiama Luck, questo nome gli è stato assegnato perchè la famiglia di Filippo ritiene che per loro sia stata una vera e propria fortuna aver trovato un cane così dolce e affettuoso. Era un giorno come gli altri ed io e Filippo puntualmente, come tutti i giorni, ci siamo andati a sedere insieme su una panchina con il nostro amato Luck che non smettevamo mai di coccolare, ad un certo punto sentimmo un rumore molto forte arrivare da dietro gli alberi. Io e Filippo andammo a controllare e ci accorgemmo che era solo un trattore, ma quando ci voltammo non vedendo più il piccolo Luck, ci allarmammo e incominciammo a cercarlo per tutto il paese. Dopo lunghe ore di ispezione per il paese nessuno aveva visto il piccolo San Bernardo e così tornammo a casa tristi e sconsolati, soprattutto Filippo perchè cosa avrebbe detto alla famiglia?
Passarono precisamente 13 giorni, io e Filippo, sconsolati dalla scomparsa di Luck, eravamo andati a fare una passeggiata nel bosco quando vedemmo un piccolo cagnolino rannicchiato vicino ad un albero e ci accorgemmo subito che era ilnostro amato Luck.
Era molto affamato e così lo dovemmo portare di corsa a casa per dargli da mangiare. Dopo qualche giorno tornò subito affettuoso e giocherellone come sempre.
E da quel giorno in poi non lo perdemmo più d'occhio per tutto il tempo!
_MaRcO_995

Un gatto davvero speciale!


Un giorno come tutti gli altri, mentre mi trovavo in vacanza dai miei nonni in Abruzzo, giocando a pallone nel parco con il mio amico Francesco, improvvisamente, udii un suono sospetto provenire da non molto lontano.
Continuammo a giocare facendo finta di niente ma quando il rumore si fece sempre più forte, Francesco si avvicinò e vide un gatto bellissimo.
Avrà avuto circa un anno ed emetteva un miagolio molto acuto.
Era tigrato con il pelo molto lungo, orecchie a punta, occhi grandi e verdi.
In un primo momento pensammo che si fosse solamente perso dalla sua cucciolata ma capimmo subito che il gatto doveva essere randagio perché era molto magro e sicuramente affamato: certamente non avrebbe resistito altro tempo senza mangiare. Decidemmo quindi di portarlo subito a casa di Francesco dove sua madre lo accolse con affetto e, senza perder tempo, ordinò a Francesco di andare a comprare da mangiare per il gatto ed io lo accompagnai.
Facemmo il più presto possibile e in pochissimo tempo il cibo del gattino svanì…
Francesco decise di chiamarlo Pallino.
Ogni giorno, invece di andare al parco, stavamo sempre a casa di Francesco per giocare con Pallino, perché, oltre a essere un gatto bellissimo, lui è anche molto buono: a me e a Francesco non ci ha mai morso o graffiato.Trovare Pallino è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata!



Leo<95>

giovedì 13 settembre 2007

UNA DOLOROSA TRASFERTA

Un giorno Mauro decise di andare a vedere la sua squadra del cuore, l’Inter, che giocava in trasferta a Roma. Partì quindi con la sua auto, sulla quale aveva attaccato numerosi adesivi della sua squadra.

Mauro, appena arrivato alla biglietteria dello Stadio Olimpico, scoprì dispiaciuto che erano disponibili solo biglietti di Curva Sud, il settore dei più accaniti tifosi romanisti.

Non avendo alternative, Mauro decise di acquistare ugualmente il biglietto, promettendo a se stesso di tenere per sé il suo tifo per l’Inter, così da evitare possibili risse con i tifosi giallorossi. Inoltre, per prudenza ma con grande dispiacere, riportò in macchina sciarpa e bandiera nerazzurra.

Per Mauro fu molto duro seguire la partita, perché l’Inter stava vincendo due a zero grazie ad una doppietta di Crespo, e lui doveva contenere il suo entusiasmo. Ma quando all’Inter fu assegnata una punizione dal limite dell’area di rigore, punizione che Ibrahimovic trasformò in un gol spettacolare, Mauro non ce la fece più e scoppiò a gridare all’unisono con tutti i tifosi interisti. Come se non bastasse, con un gesto istintivo, abbracciò festoso il suo vicino, ignorando che questi altro non era che Er Grugno, il famosissimo e pericolosissimo capo di tutta la tifoseria romanista. All’improvviso nella Curva Sud calò un silenzio di gelo: gli occhi di tutti i tifosi della Roma erano rivolti verso di lui, e certo non erano sguardi benevoli. Alcuni tifosi interisti, che si trovavano nel vicino settore dei Distinti, capirono la sua situazione e lo incitarono a darsela a gambe. Mauro provò a scappare ma fu subito circondato dai romanisti, che, ad un gesto secco di Er Grugno lo sollevarono e lo tennero per un po’ sospeso nel vuoto. Poi Er Grugno abbassò il braccio e i suoi tirapiedi buttarono Mauro giù per le gradinate. Per lui era calata la notte, e a lungo rimase privo di sensi, tanto che non poté neanche ammirare il 4 a 0 segnato da Materazzi a seguito di un calcio d’angolo.

Mauro si risvegliò la mattina dopo, in un letto dell’Ospedale San Giacomo, confuso e dolorante. Il medico di guardia, guardandolo storto, gli disse:

“Lei è stato molto fortunato, e non solo perché con tutto quel volo si è fratturato soltanto un braccio, ma anche perché ieri al Pronto Soccorso ha trovato un medico laziale…Se fossi stato di servizio io….be’, minimo minimo si sarebbe ritrovato un bell’occhio nero…Comunque piacere, io sono il Dr. Totti….”

Quando Mauro potè uscire dall’ospedale, si recò al parcheggio per recuperare la sua auto, ma non trovò che un catorcio carbonizzato, e così dovette tornarsene in treno: mai una trasferta, seppur vittoriosa, era costata tanto!

Ibra95

LA STORIA DI ISABELLA



Qualche anno fa una giovane biologa marina, appena laureata, decise di lasciare il suo paese perché voleva che il suo sogno di bambina diventasse realtà: lavorare con i delfini.
Lei si chiama Isabella Sousa da Costa e, dopo aver preso questa importante decisione, si lasciò il Portogallo alle spalle arrivando dritta in Italia, a Roma.
Appena arrivata si mise in contatto per frequentare dei corsi per imparare ad addestrare i delfini e dopo alcuni mesi fu chiamata per lavorare allo Zoo Marine di Torvaianica.
Isabella così iniziò a lavorare ed era felicissima tanto che ogni giorno che passava si affezionava sempre di più ai delfini. Aveva imparato tantissimi giochi da poter fare insieme a loro e ogni giorno facevano una dimostrazione di quello che riuscivano a fare. Ma, anche se era così felice per il lavoro che aveva sempre sognato, sentiva un po’ di nostalgia della sua famiglia e del suo paese.
Voleva che la sua famiglia venisse a vivere a Roma, vicino a lei, ma i suoi genitori non potevano lasciare il loro lavoro perché, a quella età, era difficile ritrovarne un altro.
Isabella però non si è data per vinta e all’improvviso le venne un’idea meravigliosa: fare trasferire la sua famiglia a Roma e aiutare il padre a trovare un lavoro.
Infatti, dopo un po’ di tempo, il proprietario dello Zoo Marine accettò di assumere i genitori di Isabella, anche perché lei era una delle sue addestratrici migliori.
E così la sua famiglia poté venire a Roma e sua sorellina fu felicissima perché Isabella le aveva promesso che tutti i giorni avrebbe potuto assistere agli spettacoli con i delfini e le foche.
Dopo qualche tempo Isabella si sposò con un veterinario dello zoo e adesso ha due gemelline di nome Beatrice e Benedetta.

Isa_95

LA PARTITA A PALLONE


Carlo venne svegliato da un raggio di luce penetrato da uno dei fori della serranda.
Una volta vestito scese le scale e andò in cucina, dove trovò la colazione già fatta e i suoi amici che lo aspettavano fuori:
- Carlo, ti va di fare una partita in piazza? – chiedevano, mostrandogli il pallone. Lui naturalmente disse di sí, ma era preoccupato; cosa gli avrebbe detto il signor Ruggeri, se li avesse visti giocare di nuovo a pallone in piazza, proprio davanti alla sua tabaccheria? L’ultima volta la palla era andata a finire in testa ad un suo cliente, che poi cadde a terra svenuto (reazione esagerata, no?). Quando arrivarono alla piazza formarono le squadre, e dopo lunghi litigi (nessuno voleva in squadra con sé Peppino, il meno forte), decisero di mettere Silvio, Gianluca, Peppino e Clara nella squadra n°1, e Carlo, Marcella, Gabriella e Prisca nella squadra n°2. Così andava bene, perché ogni squadra aveva due persone più brave (per la squadra n°1 Silvio e Gianluca, mentre per la squadra n°2 Carlo e Prisca, che anche essendo una femmina era forte lo stesso).
Dopo una ventina di minuti erano pari: 1-1, ma poi Carlo tirò una bomba a Silvio (il portiere) che non riuscì a parare la palla e indovinate dove andò a finire? Addosso al vetro della tabaccheria del signor Ruggeri!
- Ops… -

Isola95

UNA GIORNATA IN MONTAGNA




La famiglia Rossi abita in un grazioso paesino di montagna.
Il papà si chiama Marco e fa il dentista,è un tipo gioioso e allegro ed ama il suo lavoro; la mamma si chiama Cristina, adora gli animali,ma anche fare shopping; lavora in ufficio. Hanno due figli: Giorgia che ha otto anni e Lorenzo che ne ha sei.
Era arrivata l’ estate e i Rossi decisero di andare a fare un’ escursione in montagna. Il giorno stabilito si svegliarono di buon mattino, presero la macchina e andarono fino alla funivia. Una volta saliti in quota si incamminarono lungo un sentiero, cammina cammina giunsero in un bellissimo prato dove decisero di accamparsi. Quando ebbero finito l’ottimo e gustosissimo pranzo al sacco che aveva preparato Cristina i genitori si misero a riposare e, come due lucertole si lasciarono scaldare dal sole, mentre i loro due eccitatissimi figli andavano ad esplorare il prato. Giorgia si mise a raccogliere fiori per la mamma ed ebbe un gran daffare, visto che nel prato di fiori ce ne erano tanti e tutti bellissimi. Lorenzo invece andava rincorrendo grilli e cavallette per tutto il prato e alla fine per quanto aveva corso si addormentò ai piedi di uno splendido albero dal tronco cavo ed accogliente.
I suoi genitori dopo un po’ che lo chiamavano senza ricevere risposta, cominciarono a preoccuparsi, ma quando lo videro tornare con un’espressione da angioletto stampata sul viso e la sua scatolina piena di grilli che concertavano tutti insieme, non seppero sgridarlo, anzi scoppiarono tutti in una grossa risata.
Alla fine della giornata ripercorsero il sentiero da dove erano saliti,presero la funivia e stanchi tornarono a casa (insieme ai grilli!).

Bibi :-)

mercoledì 12 settembre 2007

Gigi e il Tip Tap


Gigi era un uomo abbastanza distratto. Infatti, dimenticava spesso la caffettiera sul fornello a gas, le bollette sul tavolo e quando doveva chiamare qualcuno al telefono subito si dimenticava chi. Un giorno però mentre passeggiava per la strada, vide qualcosa che richiamò la sua attenzione, che gli fece strabuzzare gli occhi, un ragazzo per la strada vestito con pantaloni e camicia a maniche corte bianchi, con sopra uno scintillante gilet fucsia. L' abbigliamento, però, non era l' unica cosa che lo sorprendeva, quello che lo affascinava di più era come il ragazzo muoveva i piedi a ritmo di Tip Tap con una velocità impressionante. Gigi, così affascinato dal ragazzo, restò a guardarlo per almeno un' ora; finché prese coraggio e gli chiese il suo nome. Il ragazzo rispose dicendogli di chiamarsi Paolo e di venire dalla scuola di danza di Mademoiselle Povlova dove si insegnava anche il Tip Tap. Gigi ringraziò il ragazzo e se ne tornò a casa. Tornato a casa, ripensò a Paolo e alla scuola di Tip Tap e più ci pensava più aveva voglia di imparare a anche lui a ballare. Un giovedì pomeriggio andò alla segreteria della scuola e gli dissero di presentarsi il martedì successivo nell' aula 12 con un paio di scarpette da Tip Tap, dei pantaloni corti e una maglietta. Quel martedì, distratto com' era, sbagliò strada almeno cinque volte e arrivò alla scuola venti minuti più tardi e nell' aula sbagliata. Dopo essersi ricomposto, entrò nell' aula 12 e vide che una signorina, di circa trent' anni dagli occhi verde bottiglia,stava già insegnando alcuni passi di Tip Tap agli altri alunni del primo livello. Gigi notò che quasi tutti erano ragazzi e lui rea l'unico a superare i vent' anni. Dopo che i ragazzi ebbero finito di fare gli esercizi di Tip Tap, Gigi entrò nell' aula e dopo di lui entrano altri tre ritardatari ed allora la signorina si presentò e disse di essere Mademoiselle Povlova. Mademoiselle disse che alla fine del corso gli alunni si sarebbero dovuti esibire in un saggio; dopodiché iniziò la lezione. All' inizio Gigi trovò molta difficoltà nel Tip Tap: gli si impicciavano i piedi, non riusciva ad andare a tempo e le scarpe lo facevano scivolare ma lui non si dava per vinto e continuava ad esercitarsi. Così passo dopo passo, arrivò il giorno del saggio e Gigi, emozionato,fece il suo numero inciampando e scivolando. Il pubblico però lo aveva preso in simpatia e dopo che lui ebbe finito lo applaudirono clamorosamente e Gigi, soddisfatto del corso, continuò a ballare e divenne il più bravo di tutta la scuola.

The Phoenix

LA FESTA PROIBITA

I gemelli più pestiferi della città si chiamavano Chiara e Andrea. Avevano sette anni e ne combinavano di tutti i colori.
La madre dei gemelli invece era una persona molto ma molto precisa e si vergognava del comportamento dei suoi figli.
Tutte le persone del quartiere dicevano: - Chissà chi è la madre di quei vandali?
E non parliamo della camera dei gemelli, sembrava un accampamento indiano. Un giorno i bambini tornarono da scuola e, con ancora i grembiuli addosso, dissero alla madre che una loro compagna aveva organizzato una festa il giorno dopo.
La mamma senza esitare proibì ai suoi figli di andarci. Disse:
- Bambini miei, io non posso mandarvi alla festa perché siete troppo monelli. Non voglio fare brutta figura davanti ai genitori dei vostri compagni!
I bambini tennero il muso per tutta la giornata e la sera quando i genitori andarono a dormire si misero ad escogitare un piano per andare alla festa.
Il giorno dopo, quando tornarono da scuola, andarono dalla madre in cucina, la bendarono, la portarono nello studio del padre e la legarono alla loro adorata sedia rossa.
I bambini, molto irritati, le levarono la benda e subito dopo, la mamma vide che si erano travestiti da indiani.
La mamma aveva il terrore degli indiani, infatti non era mai riuscita a vedere tutto il film di “Peter Pan”. Aveva paura degli archi e delle frecce che teneva in mano Andrea.
Alla fine la madre si arrese, venne slegata e mandò i suoi figli alla festa, pregandoli di comportarsi bene.
Per fortuna i gemelli non combinarono guai e fecero fare bella figura alla mamma. Da allora i gemelli si comportarono sempre in modo educato e le persone del quartiere cambiarono la loro opinione sui gemelli pestiferi.

Ermia_95

domenica 9 settembre 2007

Dalla Francia con sudore....

...ma non per il caldo, perché il tempo è stato quasi sempre piovoso (la peggiore estate degli ultimi 60 anni, secondo i giornali locali); sudore per gli oltre 2.600 km fatti per girare la Francia settentrionale (Piccardia, Champagne, Normandia e Bretagna). Che indigestione di cattedrali, Notre-Dame di qua, Notre-Dame di là, tutte bellissime chiese gotiche o romaniche, per non parlare dei castelli e delle abbazie. Tante le città visitate: Reims, Amiens, Rouen (con il cuore di Riccardo Cuor di Leone e la piazza dove è stata bruciata Giovanna D'Arco), Caen, Mont St. Michel con le sue maree e Carnac con i suoi menhir. A proposito di menhir, oltre la cultura anche un po' di sano divertimento: l'ultimo giorno siamo stati al Parc Asterix, che ricorda il piccolo villaggio che ha resistito ai Romani. Siamo stati su molte attrazioni, come le galere romane o i calderoni rotanti. Niente montagne russe invece, mia madre era pietrificata dal terrore e così io e mio padre abbiam dovuto rinunciare. Il mangiare? Buono, ma troppe salse; per fortuna in Bretagna grandi scorpacciate di pesce. Ora però ho bisogno di una bella spaghettata!
Ibra 95

mercoledì 5 settembre 2007

TORINO...


Caro diario,
lo scorso week-end sono andata a Torino con i miei genitori. Era da tanto tempo che desideravo visitarla.
Dovevamo andare a Torino per un matrimonio che si svolgeva domenica e siamo arrivati venerdi. Quindi il sabato era libero e ne abbiamo approfittato per fare un giro nel capoluogo piemontese.
Sabato sono andata finalmente nella Mole Antonelliana, dove ha sede il Museo del Cinema, e ho preso l'ascensore panoramico. L'ascensore panoramico era di vetro e mi ha portata al balcone a ben ottantacinque metri da terra! Dal balcone potevo ammirare tutta la città di Torino.
Mi hanno colpito molto i tetti dei palazzi con tegole rosse. Secondo me è proprio il rosso delle tegole che dà un pizzico di colore al paesaggio di Torino.
Le strade torinesi sono meravigliose, tutti i negozi si trovano in vere e proprie gallerie.
I ponti sul Po sono molto romantici, sono arricchiti da vasi di fiori colorati.
La città di Torino è molto pulita e al centro della città ci sono tantissime isole pedonali!
Torino di sera è magica perchè tutti gli edifici, compresa la Mole Antonelliana, sono illuminati.
Questo week-end a Torino è stato meraviglioso e non vedo l'ora di ritornarci, magari per una vacanza un po' più lunga!
A presto diario.

Ermia_95

martedì 4 settembre 2007

Vacanza finita...

Caro diario,
sono appena tornata dal mare e solo oggi mi sono resa conto che sta per iniziare la scuola.
L'estate è passata così in fretta che non mi sono accorta che tra pochi giorni potrò rivedere i miei compagni e le professoresse.
Al mare si stava benissimo e mi sono divertita molto. A Nettuno ho una villa con un grande giardino a cui sono molto affezionata perchè l'ha fatta costruire mio nonno tanti anni fa. In più quest'anno c'erano anche i miei zii che hanno affittato una villetta vicino alla nostra.
Io e i miei cugini abbiamo giocato sempre insieme, ci siamo fatti tanti bagni, tirandoci la sabbia e schizzandoci con l'acqua. Abbiamo giocato con i racchettoni, con la palla e abbiamo costruito un bellissimo castello in riva al mare che è stato fotografato da molti villeggianti.
Ora purtroppo l'estate è finita e devo cominciare a pensare alla scuola più seriamente... ma per fortuna presto rivedrò i miei compagni.

ISA_95