Le fate poetiche

mercoledì 6 giugno 2007

Eccola qui: serrande abbassate, semisommersa dall'oscurità, deserta: eppure sempre lei rimane. Sono nell'aula della IIIE, in un rispettoso silenzio: da sotto giungono le voci dei miei compagni che chiaccherano, ridono e si divertono dopo una recita ben riuscita. Sì anche io sono soddisfatta... Ma allora cos'è questo vuoto dentro? Questo senso di tristezza che m'opprime? Ma in realtà, ciò che mi si strugge dentro non è tristezza: malinconia si chiama quell'oscuro sentimento. Sfioro con le dita un banco, mi osservo intorno e rievoco ricordi, li lascio andare per esser rivissuti: eccomi tornata alla timida ragazzina che si squadrava intorno intimorita, durante il mio primo giorno di scuola di medie... La felicità nel vedere un arcobaleno fuori dalla finestra, come augurio di un qualcuno di buon inizio anno... Poi, chiudendo gli occhi, mi rivedo nel bagno, piangente, nel sentirmi troppo diversa dai miei compagni, nell'essere troppo stanca di quei soprannomi detti in buona e mala fede... Di sentirmi troppo sola in quella classe di giganti. Un altro guizzo mentale e mi rivedo, meno piccola e più sicura, nei miei giorni delle medie: più amici, più risate... Almeno a scuola. Perché dentro un grande rancore provavo: le tensioni in famiglia durante i pasti, mia sorella che piano piano diveniva sempre più magra, come una rosa che lentamente rinsecchisce, lasciando trasparire meno i bei petali e più le dure spine... Infine, eccomi alla terza media, dove finalmente mi sento veramente più completa: poche amiche ma vere, zero problemi in famiglia, cento, mille miei sguardi veramente felici... Quelli che ancora mi accompagnano. Quella che ero, quella che sono... Quello che queste mura possono raccontare. Tutti i miei ricordi sono poi coronati dalla bellezza della normalità e della quotidianetà: penne cadute per terra, urla e schiamazzi solo per festeggiare i dieci minuti in cui la prof s'assenta, l'odore dell'inchiostro, le spiegazioni... I visi, i soliti "bella" d'entrata scuola, i sorrisetti concitati per essere riusciti a farla alla prof...Quante cose si perderanno nella polvere dei miei ricordi, quante cose risulteranno modificate da altri quotidiani gesti, che pur essendo gli stessi cambieranno! Ma non si può vivere nel passato: il futuro attende impaziente di compiersi...
Apro gli occhi e freno la corrente dei ricordi che assalita mi aveva. Mi avvicino alla lavagna pur non vedendo nulla per la poca e fioca luce, guidata semplicemente dai ricordi, poi prendo delicatamente un gessetto dal suo contenitore e scrivo senza quasi accorgermene: "Nulla resiste al tempo. Quel che è stato è stato. Quel che sarà sarà. Questa è la vita". Rimiro per un po' la frase, poi con un gesto di rabbia la cancello con la manica della mia felpa, facendo tornare la nera lavagna come prima. No. Quel che è stato è stato, quel che sarà sarà: certamente. Ma i ricordi resistono al tempo. Ricordi che sopravviveranno alla morte perfino, segregati per sempre nei nostri spiriti anche dopo la tomba.

E questa alle medie è la mia composizione, uscita dal mio cuore qui riportata
e dalla mia memoria mai cancellata.
Ultimo sospiro prima del volo
Lo scrivo con inchiostro e pensieri d'oro
Per rimanere nei cuori di coloro
Che son stati miei compagni, miei mentori, miei amici
e che per sempre possano viver felici.

Saphira94

3 commenti:

fate ha detto...

Carissima,
cosa posso dirti?
E' bello quello che hai scritto ma anche triste.
E' triste per me perdere un' alunna come te.
Lo so che voi ragazzi andate avanti, dovrei essere felice che progredite ma mi mancherete, mi mancherai tu, il tuo sorriso, la tua voce, il tuo modo di guardare il mondo.
Ne ho avuti altri come te e mi mancano tutti, in realtà gli alunni che ho incontrato nel mio ormai lungo iter scolastico mi mancano quasi tutti.
Siete la parte migliore del mondo, voi ragazzini, diceva Maria Montessori, per favore restate la parte migliore anche da grandi
Ciao
prof Tess

giulia ha detto...

...senza parole.. !
Giulietta

Anna Righeblu ha detto...

Ciao,
sono una prof. della tua scuola, non del tuo corso. Ogni tanto passo di qui e vi leggo; non ho mai lasciato commenti. Questa volta sì, sono rimasta molto colpita da quello che hai scritto. Mi sembrano "belle" le tue riflessioni e capisco il senso di tristezza che manifesti. Spero che la tua sensibilità ti porti a vivere con la gioia e l'allegria, giusti per la tua età, tutti i momenti che ancora ti aspettano, a scuola e fuori.
Auguri per gli esami!
Anna :)