Le fate poetiche: Daniele

lunedì 10 dicembre 2007

Daniele

Erano molte le squadre di pallone formate da ragazzi di più o meno dodici anni che si allenavano due volte la settimana, ma Mario (il loro allenatore) diceva che la migliore di tutte era quella che si allenava il venerdì e il lunedì.
Era formata da dodici ragazzi perfetti, era solo uno che faceva esasperare l’allenatore: Daniele; sempre distratto e isolato da tutti quando gli passavano la palla non la prendeva mai ed era sempre la causa delle continue perdite contro le altre squadre.
Mario gli ripeteva sempre la stesse cose, sempre le stesse regole e Daniele era lì accanto a lui che annuiva, mentre i suoi capelli biondi si agitavano al vento…
Ma poi un giorno Mario non ce la fece proprio più, lo prese da parte e gli disse:
- Daniele, tu lo sai bene, se continui così sono costretto a buttarti fuori dalla squadra e i tuoi compagni saranno anche più contenti: c’è un bambino di nome Luca che è molto forte, e sta aspettando che qualcuno di questo corso venga buttato fuori per prendere il suo posto…
Quando l’allenatore chiuse la porta dello spogliatoio, una lacrima rigò il suo volto bianco.
Il lunedì successivo Daniele giocò veramente bene, persino Tommaso gli fece i complimenti e questo lo tirò su di morale perché Tommaso di solito non faceva i complimenti a nessuno: era troppo orgoglioso di sé.
Così ogni allenamento andava meglio e all’inizio Daniele si dimostrò molto contento, ma mano mano che le settimane passavano, il solito muso ricopriva il suo viso: aveva capito che i suoi amici non volevano bene a lui, ma al giocatore numero dieci della loro squadra di calcio. Così non riuscì più a dire loro una parola.
Mario, capita la causa di questo silenzio, un giorno che Daniele mancava agli allenamenti decise di fare un discorso alla sua squadra:
- Sentite ragazzi, per due anni siamo stati uno schifo per colpa di Daniele, adesso andiamo alla grande per merito suo, però io non voglio che giochi bene solo perché ho minacciato di buttarlo fuori dalla squadra: quel ragazzo ha bisogno del vostro appoggio, in questo modo, secondo me, gli tornerà il sorriso. Tutti i ragazzi hanno bisogno di attirare l’attenzione su di loro, in un modo o nell’altro, ma alcuni non hanno mezzi per fare questo, quindi lo fanno attraverso cose stupide. Io non voglio che lui faccia qualcosa che non dovrebbe solo per guadagnarsi la vostra approvazione, penso che se gliela date e basta sia meglio per tutti. È un ragazzo simpatico, solo che è molto timido e non riesce a tirare fuori il meglio di sé, allora tirateglielo fuori voi. -
La lezione successiva Daniele non disse una parola, allora Andrea gli disse:
- Appena fatta la doccia se ti va vieni a fare merenda a casa mia?-
Sul suo volto apparve un sorriso che non aveva mai fatto, non era mai stato invitato a casa di qualcuno, era la prima volta, e qualcosa gli fece capire che non era l’ultima…
Da quel giorno tutti i suoi compagni diventarono una squadra unita, forte e felice.
Poi tutti crebbero, e diventarono tutti famosi calciatori, che vennero ingaggiati dalle squadre più importanti.
Ora si che Daniele attirava l’attenzione…e pure troppa.
Isola95

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