Le fate poetiche: marzo 2007

sabato 31 marzo 2007

MARIO & DARIO, NEMICI AMICI


C’erano una volta, in un paese chissà dove disperso nel Sistema Solare, due fratelli che si somigliavano molto: Mario e Dario, due gemelli. In un certo senso, anche il loro carattere era simile: infatti amavano litigare entrambi e soprattutto fra di loro!! I poveri genitori si erano suicidati nel fiumiciattolo nel centro città, perché non ne potevano più di sentirli litigare. Ma non avevano risolto nulla, perché i due fratelli si erano messi a litigare per decidere quale dei due era stata la vera rovina dei genitori.

Un giorno, poi, le loro discussioni avevano raggiunto il limite: infatti, erano andati da un gelataio, ma avevano soldi per un solo gelato piccolo (4 gusti)… Litigavano perché ognuno voleva prendere i gusti che piacevano a lui (a nulla valse il saggio consiglio dell’esasperato gelataio di fare due gusti ciascuno). Allora nessuno dei due prese il gelato e tornarono a casa in due marciapiedi diversi, perché si erano giurati di non vedersi mai più.

Con impegno, entrambi rispettarono il proprio giuramento. Si erano messi d’accordo sugli orari da rispettare per non incontrarsi mai, neanche a pranzo o a cena.

Rimasero senza vedersi per anni ed anni, tanto che è quasi un peccato che questo record non sia entrato nel guinness dei primati (lo staff aveva troppa paura di scatenare un’altra lite tra i fratelli, chissà per quale motivo…).

Alla fine, i due diventarono vecchi ed ebbero dei figli e nipoti… Il fratello era ormai dimenticato, lo si raccontava solo come una leggenda ai bambini. Fu così fin quando uno dei due (non vado ad indagare quale, perché correrei il rischio di essere denunciata dall’altro e rischierei d’innescare un'altra lite) decise di variare gli orari stabiliti tanto tempo prima. Così, decise di fare la pipì anche alle 10:00 invece che alle 9:55. Fu così che incontrò di nuovo il fratello: anche lui era vecchio, anche lui non l’aveva riconosciuto. La prima cosa che pensarono i due fu sicuramente: “Ora chiamo la polizia! Che ci fa questo sconosciuto in casa mia!” ma poi decisero di lasciar perdere e di trattarsi da amici. Si riscoprirono entrambi e vissero per sempre felici e contenti il tempo di vita che era rimasto loro (il giorno dopo morirono entrambi d’infarto per la gioia di aver trovato un nuovo amico).

Saphira94


NOTA!!! Ho scritto nel racconto che i due fratelli erano gemelli ed identici, ma nella figura i due "omini" (Che sarebbero Legolas e Aragorn in versione cartoon) sono più che diversi. Ma la figura era così carina che non ho saputo resistere e l'ho messa comunque!!!! Non credo che vi cambi molto... Vero???

venerdì 30 marzo 2007

Afona!!!


Ciao ragazzi, qui è prof. Tess che vi parla. Cioè che vi scrive, parlare non posso perché ho perso completamente la voce, il che per me è una faccenda terribile, perché con la voce ci lavoro e perché mi piace parlare. Speriamo che la cosa finisca presto.
Le materie che avete perso oggi le recuperiamo mercoledì prossimo, passate voce ai compagni e mercoledì portate Storia e Antologia.
Ciao a presto e STUDIATE!!!!!!!
prof Tess

giovedì 29 marzo 2007

Filippo


Mi ricordo che all’età di tredici anni conobbi Filippo, un ragazzo alto molto magro con un solo difetto : la solitudine. A scuola non frequentava nessuno, stava sempre nel suo banchetto vuoto e, quando qualcuno di noi cercava di avvicinarsi a lui, ci scacciava come mosche. Il suo unico rapporto era quello con i professori, lui era molto bravo e se la cavava molto bene soprattutto con le interrogazioni.
Aveva problemi di dialogo anche con i genitori che erano due persone distinte molto cordiali e piacevoli. Una volta cercai di chiamarlo al telefono di casa ma rispose la madre e, quando gli chiesi se mi potesse passare Filippo, lui rifiutò di venire all’apparecchio. A ricreazione si buttava nell’ angoletto dell’aula con il libro di scienze e ripassava in continuazione.
Non aveva contatti con nessuno ma, soprattutto, non dialogava mai, eccetto con i professori.
Restava tutto il giorno in casa, precisamente davanti al computer e , quando seppi questa notizia, provai a chiedergli se aveva un indirizzo di posta elettronica. All’inizio non mi rispose ma verso la fine delle ore scolastiche mi scrisse un bigliettino con il suo indirizzo e-mail, per me era una conquista: Filippo per la prima volta in tre anni mi rivolse la parola.
Tornato a casa, gli scrissi subito una bella e-mail con dei saluti e dopo alcune ore mi rispose. Facevo passi da gigante con lui, dialogavamo tranquillamente ma solo per e-mail.
Il giorno dopo la nostra “chiacchierata” lo salutai all’entrata della scuola e come al solito non mi rispose, per tutta la giornata non mi rivolse la parola.
Lo stesso giorno appena arrivai a casa accesi il computer e gli chiesi perché non mi aveva salutato. Soltanto la sera mi rispose.
Mi disse che non si sentiva a suo agio e quindi non riusciva a parlare. Un giorno gli chiesi di uscire con lui, da soli.
Mi rispose di si, quel pomeriggio ci saremmo incontrati davanti al gelataio verso le quattro. Io ero sul posto puntuale, ma lui non c’era. Dopo alcune ore iniziai a preoccuparmi, quindi tornai a casa e lo chiamai.
Come al solito mi rispose la madre e mi disse che suo figlio era uscito ore fa per andare a prendersi un pezzo di pizza. Da quel giorno di Filippo non si ebbe più traccia.


_Gιαимα®cσ_

FILIBERTO

Questa è la storia di un bambino di nome Filiberto. Filiberto era un bravo ragazzo, che studiava, che usciva con gli amici, che stava bene con la famiglia. Era un bambino molto felice.
Frequentava il quinto anno della scuola elementare e sapeva molto bene che gli esami che avrebbe dovuto sostenere erano molto difficili. Quindi, due mesi prima degli esami, decise di non uscire più di casa, se non per andare a scuola, per studiare e per passare gli esami al meglio.
Il giorno degli esami si avvicinava e, nonostante Filiberto studiasse, aveva molta paura. Ma gli esami di quinta elementare li passò al meglio con il massimo dei voti.
Dopo le vacanze d'estate, il primo giorno di scuola, dopo aver raggiunto l'edificio e dopo aver terminato le prime lezioni , Filiberto era molto felice perché aveva visto che la nuova scuola era molto bella e i professori erano molto bravi.
Oltre alla scuola, anche i nuovi compagni non erano male, perché erano tutti simpatici e Filiberto riuscì subito a fare amicizia.
Dopo un anno, Filiberto si trovava in seconda media e nulla era cambiato dal primo anno: studiava sempre, aveva molti amici e i professori, non essendo cambiati, rimanevano sempre bravi e severi.
La situazione si ribaltò al passaggio tra la seconda e la terza media: Filiberto, durante le vacanze, aveva preso un po' troppa confidenza con i suoi amici poiché, aveva passato le vacanze con loro. Durante l’ultimo anno delle medie Filiberto aveva valutazioni non tanto alte, anzi, possiamo dire che erano piuttosto basse; di conseguenza, il rapporto che c'era con gli insegnanti, inizia ad incrinarsi. Filiberto inizia ad isolarsi e perse anche l'amicizia che c'era con i suoi compagni
Questo accadde perché Filiberto iniziò a prendere troppo in giro i suoi amici i quali dopo molti litigi, persero quella simpatia che avevano per lui.
Filiberto rimase solo, con votazioni basse e gli insegnanti e gli amici che non gli credevano più.
Il giorno degli esami di terza media, Filiberto non si presentò per la vergogna di aver preso tanto in giro i suoi compagni. Si era ripromesso di non farlo più. Quello che gli rimaneva era ripetere l'anno, mentre tutti i suoi compagni di classe avevano preso la licenza media ed erano passati alle Scuole Superiori.
Filiberto si era ritrovato ancora più solo. Nella nuova classe i compagni erano più piccoli di lui, ma la cosa più grave è che lo consideravano come uno stupido, chiamandolo “ripetente”, e lasciandolo ancora più solo.
Filiberto si era reso conto quanto gli amici sono importanti e cosa e quanto costa perderli.
Riccardo

Vittima della precisione

Filippo era il ragazzo più pignolo fra i ragazzi pignoli, il trionfo della precisione. Quando andava a scuola ogni volta aveva le scarpe così brillanti che se qualcuno provava a guardarle poteva rimanere cieco, ogni volta che scriveva, lo faceva con una piuma d’ oca ereditata dal bisnonno.
Filippo, però, era ignaro che la precisione avrebbe provocato la sua morte.
Il giorno del suo decimo compleanno gli venne regalato un diario e Filippo dalla prima volta che ci scrisse se ne innamorò perdutamente, cominciò a scrivere e a descrivere nei minimi particolari i suoi pensieri e ciò che gli accadevatanto che dopo un mese già aveva comprato altri quindici diari, era così impegnato con i suoi diari che non cenava più. I genitori pensavano che Filippo fosse innamorato di una persona e non di un oggetto e quindi non lo sgridavano mai, anzi, erano contenti che mangiasse un po’ di meno visto che era un tantino in soprappeso.
Ogni mese che passava Filippo comprava sempre più diari, oltre a non cenare più, non pranzava e non faceva colazione; quando tornava a casa da scuola prendeva una bottiglia d’ acqua, una merendina e poi andava in camera sua a compilare le sue centinaia di diari. Quando arrivava l’ ora di andare a letto Filippo non aveva neanche mangiato la merendina che si era preso appena rientrato da scuola. Le merendine cominciarono ad accumularsi e ad ammuffire, finché una notte un gruppo di topi di fogna entrò in camera di Filippo, i topi lo morsero e gli attaccarono una malattia che anni or sono diffondeva terrore appena sentita nominare: la PESTE!!!! È inutile raccontare cos accadde a Filippo.

Tancredi

lunedì 19 marzo 2007

Diario di una viaggiatrice distratta

24/11/06, appartamento svedese
Caro Diario,
Oggi sono andata con la mia famgilia (tranne il gatto, naturalmente) a Stoccolma, nel lontano NordEuropa. Per questo primo giorno, sembra che tutto vada a gonfie vele: volo perfetto, atterraggio all'aereoporto degli aerei low cost, tempismo impeccabile nel prendere il pullman che in due ore ci porta al centro di Stoccolma... Tutto a puntino, insomma.
Nel pomeriggio, primo giro per negozi, (dopo aver posato le valigie) alla ricerca dei benedetti (per modo di dire) souvenir per i vari cuginetti, ziette, nonnine... Non troviamo niente, ma almeno ci divertiamo. L'unica pecca della giornata è il Bed&Breakfast in cui alloggiamo: da fuori è stupendo, ma per salire nell'appartamento che ci è stato assegnato bisogna fare sei piani di scale (l'ascensore è rotto...). Inoltre, per poter entrare nella casa, bisogna attraversale due porte, con due codici pin... Peccato che la seconda non si apra quasi mai, anche se il codice è giusto. Si vedrà...
COSE CHE MI HANNO STUPITO:
1) La quantità incredibile di ristornati italiani (sono più di quelli svedesi, ho detto tutto...)
2) Il cambio della guardia.


25/11/06, appartamento svedese
Caro Diario,
Oggi siamo andati in giro per Stoccolma... Bella, anche se abbiamo visitato solo i negozi: tutte le curiosità turistiche erano lontane o chiuse.
In compenso abbiamo visitato TUTTI i negozi d'antiquariato del centro di Stoccolma... Anche se alla fine mi hanno portato in un negozio per gatti, dove abbiamo comprato i souvenir per il gatto. Per pranzo un hot dog da far impallidire quelli americani, poi altro giro per negozi per un'altra parte di Stoccolma dove abbiamo comprato tutti i souvenir per tutti (MIRACOLO!)... E anche per noi. Ad esempio, io ho comprato un gioco vichingo...
Cena nell'appartamento (ABBIAMO CAPITO COME FUNZIONANO LE PORTE!), poi a nanna presto! Sveglia alle 5!!!
COSE CHE MI HANNO STUPITO:
1) La quantità di ragazze bionde (BEATE!) con le mesh scure (ARGH!)
2) Le persone che pranzano/cenano (?) alle 4:00 p.m.

26/11/06, casa a Roma
Caro Diario,
Oggi è avvenuto il viaggio peggiore della mia vita! Di notte ho dormito scoperta, quindi ho avuto un apocalittico blocco intestinale: ho vomitato subito fuori dall'appartamento, ho resistito abbastanza per godermi la fantastica Stoccolma notturna... Ma non era finita, purtroppo. Ho vomitato 5 volte in pullman ed altre 5 in aereo. Poi, arrivati in macchina, pronti per ripartire... MOTORE SCARICO! Papà aveva lasciato per 3 giorni le luci accese in macchina... Quindi un'altra ora prima di tornare a casa... E' stata un'agonia!
Mamma sostiene che sono soggetta ai blocchi intestinali, io sostengo che ho il più grande quantitativo di SFIGA in viaggi di tutta la mia famiglia minimo!
Domani non vado a scuola. Ora ti lascio, mi sento di nuovo male!

Saphira94

venerdì 16 marzo 2007

Significato del nome Nicola


Il nome Nicola è un nome greco,che venne poi usato anche dai latini. Nicola è un abbreviazione,infatti il vero nome è Nicolaos. Il nome si suddivide in due parti:
-nike,che vuol dire vittoria;
-laos,che vuol dire popolo.
Quindi messo insieme significa vittorioso tra il popolo. In famiglia mio cugino e mio padre si chiamano Nicola. Ecco una foto del mio cuginetto che ha 11 mesi!
Antonio K.

lunedì 12 marzo 2007

La scuola Normale superiore (sns)


Prof. sono riuscita a trovare cosa si intende per "scuola normale" e comunque aveva ragione lei.

La scuola normale è un centro di formazione e di ricerca, e non è un università come molti affermano.

In sigla SNS, nasce nel periodo napoleonico il 18 ottobre 1810, ma la sua attività comincia veramente nel 1813, volta soprattutto alla formazione degli isegnamenti della scuola media superiore. Infine l'aggettivo si riferiva a quello che era la funzione didattica, di trasmettere norme.


Giulietta

venerdì 9 marzo 2007

Villa Torlonia

Oh villa, che fosti
abitata da persone importanti,
cosa fai adesso sola, sperduta!
Le tue panchine sono desolate,
solo qualche vecchietto che
dispiaciuto, pensa alla sua infanzia.
I gatti girano qua e la,
in cerca di un albero dalla
folta chioma
che li protegge dal sole cocente dell'estate.

In autunno
foglie di mille colori
coprono il viale petroso
e al passare del corridore,
si alzano e ritornano a
terra come delle piume.
Quelle case, quelle tre splendide case
nascondono
passaggi misteriosi non
ancora scoperti e aspettano
l'arrivo di colei che
con cura studierà i suoi
dipinti.
(ninny)

giovedì 8 marzo 2007

Municipio III - I ragazzi ribelli

È una bellissima giornata d’agosto a Piazza Bologna, c’è sole, tira un venticello piacevole, bambini che giocano, persone che passeggiano, ragazzi che si rincorrono e i più anziani che stanno seduti sulle panchine a chiacchierare. L’argomento trattato dalle interessanti discussioni dei ragazzi più maturi, è lo stesso per tutti: la costruzione del nuovo centro anziani promessa dal municipio! La costruzione dell’edificio sarebbe iniziata il giorno seguente poiché erano passati i giorni necessari per la realizzazione del progetto e per l’acquisto delle attrezzature necessarie.
Intanto, alla sede del municipio a via Goito, si discuteva sul fatto che i lavoratori del progetto “anziani” sono andati in vacanza il giorno di inizio dei lavori del centro.
Quando i veterani vennero a conoscenza dell’accaduto, in massa si radunarono per “marciare” verso la sede di via Goito e per convincere i consiglieri a richiamare i lavoratori per il progetto. Ma dopo spiegazioni su spiegazioni e dopo una discussione che faceva sembrare l’aula del municipio l’aula della camera dei deputati durante un dibattito, si arrivò alla conclusione che i lavoratori non potevano essere richiamati perché erano in ferie.
Tornati a Piazza Bologna, i nostri eroi si sentivano demoralizzati dalla “missione fallita”, però uno di loro, propose di costruire con le loro stesse mani il centro!
Così chiamarono i loro amici dalle campagne e si fecero portare tutti gli attrezzi da lavoro con tutto il materiale. In men che non si dica arrivarono i camion da lavoro con tutto il materiale. Si attrezzarono, prepararono tutto l’occorrente però cominciò a sorgere un piccolo problema: non avevano idea di come si costruisse un edificio.
Intanto i lavoratori che erano in vacanza vennero a conoscenza che gli anziani di Piazza Bologna avevano “cominciato” a lavorare sulla nuova costruzione. Allora molto seccati per la loro caparbietà, partirono subito per Piazza Bologna. Anche loro arrivarono subito nel luogo dove avrebbero dovuto costruire l’edificio e dove incontrarono i ragazzi. Era la guerra! Tutti si prepararono con pale, vanghe, cariole. Però arrivarono i parenti dei “ragazzi” e tutti gli abitanti del quartiere, furiosi perché anche loro volevano il centro anziani. Così i lavoratori, alla vista della grande massa degli abitanti di Piazza Bologna si misero al lavoro per la realizzazione del centro. Due giorni dopo, la costruzione era finita e i nostri “ragazzi”, contentissimi per il centro e tutti gli abitanti del quartiere di Piazza Bologna ricorderanno sempre la storia della costruzione del centro anziani.
Riccardo

lunedì 5 marzo 2007

Camminando


Continuavo a camminare
Presso il viale
Quando ad un tratto mi trovai davanti un obesa e gli chiesi;
“oibò quanto pesi”
Tutta ingrugnita mi rispose
“peso il doppio degli abitanti di un paese”
“Amica, non ti crucciare
a Villa Torlonia dobbiamo andare
se magra vorrai diventare”.
Camminando,camminando
Davanti al Casino dei Principi ci trovammo
e all’ amica di nome Ernesta
una pallonata arrivò in testa.
Subito chiamai il Policlinico
e dissi “la mia amica, tra la vita e la morte, è in bilico”
i centralinisti mi presero per matto
e dissero “chiami qualcun altro”.
Io attaccai un po’ infuriato
E chiamai mio cognato
che lavora al mercato
e gli chiesi “cosa devo fare?,
la mia amica se ne sta per andare”.
Lui mi disse “Non ti preoccupare
l’ ASL prova a chiamare”,
ma ormai era tardi
il primo soccorso farle dovrò
“uno,due,tre,libera
uno,due,tre,libera
uno,due,tre,libera…………………”
ormai non c’è più niente da fare,
è diventata una malata terminale
la potrei abbandonare
e continuare a camminare
ma……….no non la posso lasciare
al Policlinico la devo portare,
purtroppo mi dissero che non c’ era più niente da fare
la sua vita veniva a mancare
e subito il funerale andai a preparare.
Pianti e Pianti
Venivano dai parenti che avevano preso i loro vicini
come porta fazzoletti
e una volta finita la Messa
tutti uscirono senza fare festa.
Al Verano la seppellirono
E la posarono li, come un cuscino
In un sonno profondo andata lei è
Ancora non si sa il perché
a Villa Torlonia io la portai
per farla dimagrire, sai.


Luca

sabato 3 marzo 2007

TINO UN CIOCCOLATINO CAPRICCIOSO


C'era una volta Tino un cioccolatino che viveva nella pasticceria Ricci e lui si lamentava di tutto e di più,non aveva amici per questo suo.Sua madre Rosetta (una zolletta di zucchero) decise allora di fargli fare un giro nelle altre pasticcerie per vedere se almeno lì riuscisse a trovare amici ma,nonostante tutto, Tino aveva questo caratteraccio perchè nella pasticceria avevano dei nemici,specialmente Grattugino che voleva sempre grattugiare Tino per farlo diventare cacao in polvere.La mamma Rosetta allora chiamò i padroni della pasticceria per dirgli di questi elementi che davano fastidio a Tino come Grattugino,quindi i padroni mandarono i nemici di Tino da Saggi e finalmente Tino potè farsi nuovi amici e diventò gentile con tutti e non faceva altro che giocarci insieme e tutte le sere lui e i suoi nuovi amici facevano il bagno dentro una ciotola piena di panna montata e divertivano con tante feste.
Vladimir

venerdì 2 marzo 2007

RICORDO DI UN INCONTRO



Quella mattina mi svegliai, ero contento. Non so per quale motivo, forse perché avevo fatto un bel sogno ma non lo ricordavo! Aprii le persiane, era una bellissima giornata che m’invogliò ad indossare tuta e scarpe da ginnastica. Mi recai a Villa Torlonia per fare footing. Feci due volte il giro della villa e per riprendere fiato, mi appoggiai ad una panchina nei pressi della Casina delle civette. Essendo superstizioso volevo andarmene, ma in quel momento arrivò una ragazza dai chiari tratti orientali che mi salutò con un semplice ciao. Il suono della sua voce fu una melodia per le mie orecchie, risposi al suo saluto e le chiesi come si chiamasse. Lei si chiama Yi Yi che in TAIWANESE vuol dire "di buon auspicio". Siamo rimasti seduti a parlare per ore, interrotti solo dalle esultanze per i gol segnati in una partita di calcio, su un campo improvvisato dai ragazzi del quartiere. Giunti a mezzogiorno ci salutammo ed io tornai a casa. Guardai il telefonino e c’era un messaggio per me: "La inforniamo che il suo libro sarà pubblicato" feci un salto di gioia, la ragazza orientale mi aveva portato fortuna! A proposito non mi sono presentato; sono uno scrittore di libri per bambini. Sono tornato più volte nei pressi della Casina delle civette con la speranza di rincontrare la ragazza orientale, ma non l’ho mai più rincontrata .
Raffaele

giovedì 1 marzo 2007

Viaggio nel quartiere


Questo racconto parla dell’ avventura di un ragazzo che fino ad allora aveva avuto una vita noiosa, ma con questa avventura la sua vita cambiò del tutto.
Era un giorno come gli altri e Fabio si era svegliato di buon umore, aveva fatto colazione, si era vestito ed era uscito per andare a scuola come al solito e come al solito appena arrivato a scuola ed entrato in classe si accorse che aveva dimenticato di fare i compiti. Tornò indietro con la mente di un giorno e si ricordò, che appena finito di mangiare, si era buttato sul divano e si era detto che un quarto d’ ora dopo si sarebbe alzato e avrebbe iniziato a fare i compiti, invece non ebbe neanche il tempo di pensare questa frase che già si era addormentato e appena si era svegliato era convintissimo di aver fatto i compiti così convinto che si riaddormentò e si svegliò soltanto all’ ora di cena.
Mentre si ricordava tutto questo Fabio aveva una di nuovo una faccia da pesce lesso. Appena la professoressa entrò in classe il suo istinto animale lo fece tornare alla normalità. Come al solito durante le lezioni dovette inventarsi delle scuse perché, come al solito, non aveva fatto i compiti. Durante la lezione di italiano la professoressa disse a Fabio che avrebbe dovuto visitare l’ intero quartiere di Piazza Bologna in un giorno per poi raccontare quello che l’ aveva impressionato e Fabio come al solito spalancò la bocca e si mise a guardare chi sa dove.
Fabio decise che avrebbe svolto quel compito il giorno dopo (sabato) così avrebbe potuto girare per il quartiere dalla mattina presto. Il giorno dopo Fabio si sveglio più presto possibile e cominciò subito ad esplorare il quartiere, verso le sei gli rimaneva da vedere soltanto la Sapienza la grandissima università che poteva visitare grazie a delle conoscenze che aveva al suo interno, entrò nell’ università e dopo solo un quarto d’ ora che era al suo interno si perse, girò per un paio d’ ore all’ interno dell’ università e dopo delle ricerche faticosissime riuscì a trovare la porta di uscita, c’ era solo un piccolo problema: era chiusa. Preso dal panico cominciò a gridare aiuto ma dopo soli cinque minuti si stancò e cadde a terra svenuto. Venne svegliato la mattina dopo dalle urla del custode che lo cacciò fuori. Appena uscito Fabio pensò a quello che avrebbe detto ai suoi genitori ma anche a quello che i suoi genitori avevano pensato a non vederlo tornare a casa. Una volta arrivato a casa appena sentì la voce della madre che chiedeva chi era rispose immediatamente che era Fabio,la madre scese subito e lo riempì di baci cominciò a parlare e Fabio non ascoltò una parola di quello che gli diceva.

Tancredi

Alieni


Era una domenica mattina, me lo ricordo come se fosse ieri,non avevo nulla da fare e, come sempre, mi misi a guardare fuori dalla finestra.
Ma questa volta vidi qualcosa che forse non avrei dovuto vedere. Vidi spuntare da una nuvola un disco gigante; all’inizio pensavo che fosse un’allucinazione, ma poi mi resi conto che si proiettava a grande velocità verso di me. Solo dopo qualche minuto, vidi questo enorme disco deviare la sua traiettoria e finire in mezzo ad altri palazzi. Mi precipitai subito di sotto senza raccontare niente a nessuno (anche perché non mi avrebbero creduto) e andai nel luogo dove esattamente quell’ enorme disco si era andato a schiantare, ma sul posto non c’erano segni atterraggio né tanto meno di schianto,solo una macchina parcheggiata male sopra il marciapiede che ostruiva il passaggio.
La strada era deserta neanche una persona in giro… Andai più avanti verso la piazzetta ma di ufo nemmeno l’ombra. Ormai mi ero rassegnato, ma sul marciapiede della strada dove sarebbe atterrato l’ ”ufo” vidi un uomo, il primo essere vivente che avevo incontrato quella domenica; era strano come sconvolto da qualche cosa. Era vestito con un lungo impermeabile marrone, occhiali scuri e un cappello che gli copriva tutta la testa. Ero così concentrato nel guardarlo che per poco non fui investito da una macchina e, quando mi voltai verso di essa vidi un volto familiare. Tornai a casa e mi sdraiai sul mio letto quando a un certo punto mi venne un lampo di genio: l’uomo dentro l’auto era uguale a quell’ uomo che vagava per la strada: gli stessi lineamenti perfino lo stesso vestiario e , adesso che ci penso, la macchina era la stessa che stava parcheggiata sul marciapiede.
Poi ripensai all’ufo e mi sembrava impossibile che un oggetto così grande potesse essere svanito nel nulla. Ma poi lasciai stare l’argomento e uscii a fare due passi.
Appena arrivato in piazzetta ,dove poi mi avrebbero raggiunto i miei amici, rividi ancora quell’ uomo ma stavolta andava molto di fretta. Lo seguii e arrivati davanti ad un cespuglio, si trasformò in un gatto!! Allora per un attimo pensai di seguirlo ma poi vidi l’ufo, finalmente!! Era nascosto sempre dentro questo cespuglio, sinceramente non so come ce lo abbiano fatto entrare ma era lì… Neanche feci in tempo ad avvicinarmi che si azionarono i motori e… via!! Era ormai partito per mai più ritornare.
Il giorno seguente raccontai questo fatto ai miei amici ma, come potete immaginare non mi hanno creduto. Non potrò mai scordarmi di aver visto un alieno!!!!
_Gianmarco_

mamma



Matta
Amica
Ma
Meravigliosamente
Adorabile
Giulietta


Oh bella piazza


Oh bella piazza sempre vicina

sempre lontana

regali emozioni

sei un punto di ritrovo,

felicità tutto gira in torno a te

ospiti ragazzi,

ospiti gli anziani,

e regali momenti felici.

I tuoi alberi splendenti,

gli uccelli che cantano continuamente

danno felicità e colore alla piazza.

Oh bella piazza.
Andrea

L'inizio di una nuova stagione


Un giorno,mentre guardavo fuori dalla finestra la bella giornata che splendeva fuori su piazza Bologna, con il sole che emanava il suo forte calore nei tetti, nelle strade e nella piazza e il forte vento che trascinava con sé le foglie in aria, pensai di uscire per fare una passeggiata, poiché il tempo prometteva bene. Non avevo mai visto una giornata così splendida così decisi di andare a villa Torlonia.
Era il posto ideale per fare una passeggiata con quei bellissimi alberi alti, dove gli uccelli potevano riposarsi e cantare sui rametti, il prato era fatto molto bene per sdraiarsi e rilassarsi.La villa era appasionamente per le sue grandi attrazioni delle casine e per il suo bel terreno dove i ragazzi e le ragazze, gli anziani,gli adulti e i bambini possono incontrarsi per giocare a calcio o divertirsi nella piccola giostre o per prendere un po'di aria dopo essere stati per tanto tempo dentro l'aula a fare i compiti o a lavorare al computer in ufficio.Mentre passeggiavo guardavo tutte le persone che sorridevano si incontravano e gli alberi e i prati splendevano. Mi sdraiai sul prato per riposare e vedevo che un fiore stava già per sbocciare e gli uccelli canticchiavano sugli alberi per spiegare a tutti che é l'inizio di una cosa e io capiì che era l'inizio di una nuova stagione: la PRIMAVERA
CRI CRI

INNAMORARSI A ROMA...


Come già sappiamo Roma è una città meravigliosa. Ci sono monumenti importanti, vie importanti, edifici importanti, forse l'unica cosa negativa di questa città è il caos e il traffico. La storia che sto per raccontare si ambienta nel quartiere di Piazza Bologna, precisamente in un grandissimo e meraviglioso parco chiamato "Villa Torlonia". Come si può immaginare, in una villa di solito la mattina presto possiamo trovare: signore piuttosto anziane che portano a spasso i loro cani, baby-sitter che portano i bambini piccoli, che non vanno ancora a scuola, a giocare a pallone e cose di questo genere. Tutte le mattine si vedono queste persone frequentare il parco, tranne una volta. Vidi, infatti, un ragazzo di più o meno 16 anni, accovacciato dietro una specie di albero che osservava qualcuno, ma non riuscivo a capire chi. Da quella mattina si ripetè sempre la stessa soria. Un giorno riuscii finalmente a capire: era una bellissima ragazza con gli occhi azzurri e capelli biondi, (anche se devo dire che il ragazzo non era neanche lui niente male) seduta su una panchina con delle sue amiche. Avevo capito che il rgazzo era molto timido, decisi di aiutarlo. Un bel giorno mi convinsi che sarebbe stato divertente aiutarlo: avvicinai il ragazzo,gli spiegai cosa avevo in mente di fare e lo portai da lei. All'inizio era un pò timido (anzi a dire la verità era paralizzato) però poi prese confidenza. Da quel giorno, sempre su quella panchina, oltre a quelle 4 o 5 ragazze, c'era anche quel ragazzo felice di aver realizzato un suo grande desiderio. Probabilmente se non ci fosse stata quella meravigliosa villa e, modestamente, se non ci fossi stata io, quei due ragazzi non si sarebbero mai conosciuti... Li ho rivisti per alcuni giorni ancora e mi sembravano contenti. Poi all'improvviso più nulla. Erano scomparsi tutti e due e non li rividi più. E' inutile dire che mi piacerebbe tanto sapere se lui riuscì a conquistare l'affetto di quella bellissima ragazza e se la loro storia fosse proseguita per sempre... !!!


Giulietta