Le fate poetiche: Viaggio nel quartiere

giovedì 1 marzo 2007

Viaggio nel quartiere


Questo racconto parla dell’ avventura di un ragazzo che fino ad allora aveva avuto una vita noiosa, ma con questa avventura la sua vita cambiò del tutto.
Era un giorno come gli altri e Fabio si era svegliato di buon umore, aveva fatto colazione, si era vestito ed era uscito per andare a scuola come al solito e come al solito appena arrivato a scuola ed entrato in classe si accorse che aveva dimenticato di fare i compiti. Tornò indietro con la mente di un giorno e si ricordò, che appena finito di mangiare, si era buttato sul divano e si era detto che un quarto d’ ora dopo si sarebbe alzato e avrebbe iniziato a fare i compiti, invece non ebbe neanche il tempo di pensare questa frase che già si era addormentato e appena si era svegliato era convintissimo di aver fatto i compiti così convinto che si riaddormentò e si svegliò soltanto all’ ora di cena.
Mentre si ricordava tutto questo Fabio aveva una di nuovo una faccia da pesce lesso. Appena la professoressa entrò in classe il suo istinto animale lo fece tornare alla normalità. Come al solito durante le lezioni dovette inventarsi delle scuse perché, come al solito, non aveva fatto i compiti. Durante la lezione di italiano la professoressa disse a Fabio che avrebbe dovuto visitare l’ intero quartiere di Piazza Bologna in un giorno per poi raccontare quello che l’ aveva impressionato e Fabio come al solito spalancò la bocca e si mise a guardare chi sa dove.
Fabio decise che avrebbe svolto quel compito il giorno dopo (sabato) così avrebbe potuto girare per il quartiere dalla mattina presto. Il giorno dopo Fabio si sveglio più presto possibile e cominciò subito ad esplorare il quartiere, verso le sei gli rimaneva da vedere soltanto la Sapienza la grandissima università che poteva visitare grazie a delle conoscenze che aveva al suo interno, entrò nell’ università e dopo solo un quarto d’ ora che era al suo interno si perse, girò per un paio d’ ore all’ interno dell’ università e dopo delle ricerche faticosissime riuscì a trovare la porta di uscita, c’ era solo un piccolo problema: era chiusa. Preso dal panico cominciò a gridare aiuto ma dopo soli cinque minuti si stancò e cadde a terra svenuto. Venne svegliato la mattina dopo dalle urla del custode che lo cacciò fuori. Appena uscito Fabio pensò a quello che avrebbe detto ai suoi genitori ma anche a quello che i suoi genitori avevano pensato a non vederlo tornare a casa. Una volta arrivato a casa appena sentì la voce della madre che chiedeva chi era rispose immediatamente che era Fabio,la madre scese subito e lo riempì di baci cominciò a parlare e Fabio non ascoltò una parola di quello che gli diceva.

Tancredi

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