Le fate poetiche: Camminando

lunedì 5 marzo 2007

Camminando


Continuavo a camminare
Presso il viale
Quando ad un tratto mi trovai davanti un obesa e gli chiesi;
“oibò quanto pesi”
Tutta ingrugnita mi rispose
“peso il doppio degli abitanti di un paese”
“Amica, non ti crucciare
a Villa Torlonia dobbiamo andare
se magra vorrai diventare”.
Camminando,camminando
Davanti al Casino dei Principi ci trovammo
e all’ amica di nome Ernesta
una pallonata arrivò in testa.
Subito chiamai il Policlinico
e dissi “la mia amica, tra la vita e la morte, è in bilico”
i centralinisti mi presero per matto
e dissero “chiami qualcun altro”.
Io attaccai un po’ infuriato
E chiamai mio cognato
che lavora al mercato
e gli chiesi “cosa devo fare?,
la mia amica se ne sta per andare”.
Lui mi disse “Non ti preoccupare
l’ ASL prova a chiamare”,
ma ormai era tardi
il primo soccorso farle dovrò
“uno,due,tre,libera
uno,due,tre,libera
uno,due,tre,libera…………………”
ormai non c’è più niente da fare,
è diventata una malata terminale
la potrei abbandonare
e continuare a camminare
ma……….no non la posso lasciare
al Policlinico la devo portare,
purtroppo mi dissero che non c’ era più niente da fare
la sua vita veniva a mancare
e subito il funerale andai a preparare.
Pianti e Pianti
Venivano dai parenti che avevano preso i loro vicini
come porta fazzoletti
e una volta finita la Messa
tutti uscirono senza fare festa.
Al Verano la seppellirono
E la posarono li, come un cuscino
In un sonno profondo andata lei è
Ancora non si sa il perché
a Villa Torlonia io la portai
per farla dimagrire, sai.


Luca

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