Le fate poetiche: Guerra in casa

sabato 28 aprile 2007

Guerra in casa

28/04/2007 Camera da letto

Caro Diario,

Oggi è stata una giornata INFERNALEE!!! Tutto è cominciato questa mattina quando, scendendo dal mio letto, ho avvertito una scossa elettrica potente; all’ inizio ho pensato che fosse un semplice sussulto ma, uscendo dalla camera, ho sentito delle risate piuttosto acute provenire dalla camera di mio fratello. La mia reazione iniziale era quella di entrare dentro quella stanza e vedere cosa fosse successo, ma poi ho deciso di rimanere ad aspettare fuori dalla porta.
Ad un tratto di nuovo quella terribile scossa che partiva dai talloni e finiva sul mio ultimo capello. Allora ho alzato i piedi e ho visto che sui miei talloni erano attaccate due strisce di plastica che io non ricordavo di aver messo; spontaneamente mi sono precipitato dentro quella camera ma, appena aperta la porta, mi è caduta una secchiata di acqua e farina sul capo. Non contento, quella belva di mio fratello, appena ho riaperto gli occhi, ha pensato bene di lanciarmi delle uova marce; a quel punto sono tornato indietro e sbattendo la porta ho urlato :” E GUERRA SIA!!!!!!”
I miei genitori erano partiti e con noi c’era nostra nonna che è lievemente sorda quindi avevo campo libero allo sfogo della mia rabbia. Mi sono chiuso dentro la mia stanza a escogitare un piano di attacco per la mia vendetta.
Per prima cosa ho disegnato la piantina della casa e poi l’ho riempita di trappole e scherzi vari. La stanza con più trappole era la cucina, dove mio fratello sarebbe andato a fare colazione. Avevo nascosto delle trappole tra cui: un filo trasparente per farlo cadere e dei cuscini pieni d’acqua su cui lui sarebbe precipitato. Questo era solo uno dei miei tanti trabocchetti; avevo sistemato anche una telecamera nascosta per vedere in diretta le mie burle.
Arrivato in cucina, mio fratello, ignaro di tutto, si è avvicinato alla sedia ed è inciampato sul filo trasparente quindi è caduto sui cuscini che, pieni d’acqua, sono esplosi rendendo la cucina una vera e propria piscina. Eravamo nel mezzo del nostro conflitto, quando ad un tratto, i nostri genitori sono rientrati a casa e hanno visto tutto ciò che avevamo eseguito nell’arco di due lunghissime ore. Ora sono in punizione e non posso uscire dalla stanza. Adesso, caro diario, ti lascio perché è pronta la cena…

_GiAnMaRcO_

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