Massimo era lì, fermo davanti alla play-station, con la massima opposizione nei confronti del fratello, e Marcello stava seduto ad imprecare come mai in vita sua aveva fatto, e nessuno dei due voleva staccarsi dalla sua posizione.
-Non comandi tu!!-
-E tu ti credi tanto forte?!
-Sono più forte di te e vincerò!! Giocherò per primoo!
-papà ce la dà una sola volta alla settimana e…
- …E tu rovini sempre tutto in continuazione!
-Colpa tua che non vuoi capire che ci sarò io per primo davanti a quella play-station!
-Pensi che ce la farai a importi contro di me?? Mi sembri deboluccio…
- Sono e sarò sempre molto più forte di te!
-Non ti mettere contro di me, non te lo consiglio!!
-A te consiglio invece di cominciare a sanguinare da solo perché tra poco ti farò uscire sangue io!!
-Che vuoi fare?? Uccidermi?? Sei solo un fifone!
-Attento a come parli, sono più grande di te!
- E io ho fatto tre anni di karatè più di te!
-Ma io ero il più bravo!
-Adesso bastaaaaa!!!! Fatti sotto, egoista!!
-Fammi vedere che sai fare, cacchetta polverizzata!!
Incominciò lo scontro. I due fratelli probabilmente non si accorgevano di ridurre la casa in quel modo.
Lo scontro finì: definire ora, in quel momento, la casa una discarica, sarebbe stato un’aggettivo troppo elegante per quelle condizioni pietosissime: i cuscini del divano erano distrutti, tanto che c’erano in ogni angolo delle piume provenienti dal loro interno; il tavolo del salotto sarebbe stato meglio vederlo sotto un mucchio di catrame fumante, visto come era ridotto; la libreria della loro camera era stata buttata giù, per poi andare a sbattere sotto i letti. La casa era talmente ridotta sotto sopra, che pensate, le ante dell’armadio si trovavano addirittura in cucina, e nemmeno nella camera dei suoi genitori, dove c’era l’armadio. Urli e strilli per tutta la casa. La madre e il padre, che erano usciti fuori a cena, quando tornarono a casa, un vicino impaurito disse a entrambi:
- Emh…a casa vostra non so che succede, ma non sembra che i vostri figli si divertano.
Svelti, i genitori entrarono in casa e trovarono, oltre che alla casa distrutta, anche i loro figli, nelle stesse condizioni della casa. Erano uno sopra all’altro, ed erano ridotti talmente male che sembravano svenuti. Massimo mugolava:
- AAHH…
E Marcello era quello che appariva davvero svenuto, se ne stava lì non parlava. Quando i genitori li fecero alzare e farli sedere sul divano (che era nelle loro stesse condizioni) videro che erano pieni di lividi dalla testa ai piedi. All’inizio i mugolii di Massimo e l’aria triste di Marcello gli facevano pena, ma dopo aver visto tutta la casa, ridotta sotto sopra, gli fecero altrettanti lividi di quanti si erano fatti fra loro. E mentre andavano in camera loro (a dormire per terra, visto dove erano seppelliti i letti) Marcello sussurrò al fratello:
-Ehi, però è stato divertente!!
-Sta zitto, per cortesia!
Disse Massimo.
Black out (sono Paolo e questa sarà la mia nuova firma)
-Non comandi tu!!-
-E tu ti credi tanto forte?!
-Sono più forte di te e vincerò!! Giocherò per primoo!
-papà ce la dà una sola volta alla settimana e…
- …E tu rovini sempre tutto in continuazione!
-Colpa tua che non vuoi capire che ci sarò io per primo davanti a quella play-station!
-Pensi che ce la farai a importi contro di me?? Mi sembri deboluccio…
- Sono e sarò sempre molto più forte di te!
-Non ti mettere contro di me, non te lo consiglio!!
-A te consiglio invece di cominciare a sanguinare da solo perché tra poco ti farò uscire sangue io!!
-Che vuoi fare?? Uccidermi?? Sei solo un fifone!
-Attento a come parli, sono più grande di te!
- E io ho fatto tre anni di karatè più di te!
-Ma io ero il più bravo!
-Adesso bastaaaaa!!!! Fatti sotto, egoista!!
-Fammi vedere che sai fare, cacchetta polverizzata!!
Incominciò lo scontro. I due fratelli probabilmente non si accorgevano di ridurre la casa in quel modo.
Lo scontro finì: definire ora, in quel momento, la casa una discarica, sarebbe stato un’aggettivo troppo elegante per quelle condizioni pietosissime: i cuscini del divano erano distrutti, tanto che c’erano in ogni angolo delle piume provenienti dal loro interno; il tavolo del salotto sarebbe stato meglio vederlo sotto un mucchio di catrame fumante, visto come era ridotto; la libreria della loro camera era stata buttata giù, per poi andare a sbattere sotto i letti. La casa era talmente ridotta sotto sopra, che pensate, le ante dell’armadio si trovavano addirittura in cucina, e nemmeno nella camera dei suoi genitori, dove c’era l’armadio. Urli e strilli per tutta la casa. La madre e il padre, che erano usciti fuori a cena, quando tornarono a casa, un vicino impaurito disse a entrambi:
- Emh…a casa vostra non so che succede, ma non sembra che i vostri figli si divertano.
Svelti, i genitori entrarono in casa e trovarono, oltre che alla casa distrutta, anche i loro figli, nelle stesse condizioni della casa. Erano uno sopra all’altro, ed erano ridotti talmente male che sembravano svenuti. Massimo mugolava:
- AAHH…
E Marcello era quello che appariva davvero svenuto, se ne stava lì non parlava. Quando i genitori li fecero alzare e farli sedere sul divano (che era nelle loro stesse condizioni) videro che erano pieni di lividi dalla testa ai piedi. All’inizio i mugolii di Massimo e l’aria triste di Marcello gli facevano pena, ma dopo aver visto tutta la casa, ridotta sotto sopra, gli fecero altrettanti lividi di quanti si erano fatti fra loro. E mentre andavano in camera loro (a dormire per terra, visto dove erano seppelliti i letti) Marcello sussurrò al fratello:
-Ehi, però è stato divertente!!
-Sta zitto, per cortesia!
Disse Massimo.
Black out (sono Paolo e questa sarà la mia nuova firma)
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