Relazione sulla visita al teatro Argentina
Martedì 24-4-2007, noi della prima E con la terza E, accompagnati dalla professoressa Palmisano e dalla professoressa Mancini , siamo andati a visitare il Teatro Argentina.
Entrando ci siamo subito resi conto che non era un teatro moderno,tutto era molto bello e le pareti erano occupate interamente da palchi dorati.
Ci hanno fatto sedere su delle comode poltroncine di velluto rosso e la dottoressa, di nome Francesca, ci ha spiegato varie cose sul teatro Argentina.
Il teatro è stato costruito nel 1700 dalla famiglia Sforza Cesarini ed era tutto di legno, tranne le mura esterne, ed era dipinto prevalentemente in oro e rosso.
A quei tempi la platea non era in pendenza ed era formata da panche di legno disposte in 40 file che venivano assegnate alla servitù.
I nobili invece potevano comprare o affittare i palchi e, tra quelli che ne possedevano uno, c’ era una gara per chi lo abbelliva di più con quadri, stoffe e ornamenti…tanto che diventava un salottino di famiglia.
La fioca illuminazione era creata da candele fatte con grasso animale lavorato, che producevano fumo e cattivo odore, e , poiché il teatro era in legno , c’ era il pericolo che prendesse tutto fuoco. Si racconta che durante gli spettacoli, dietro le quinte,c’erano sempre dei “vigili del fuoco” pronti ad intervenire con delle grandi tinozze al primo grido di pericolo di incendio.
Nel 1800 l’ illuminazione divenne a gas.
Il sipario era formato da un dipinto che veniva tirato su e giù con delle enormi ruote di legno e che era molto prezioso.
Nel 1843 il teatro fu venduto ad Alessandro Torlonia che lo abbellì.
Al museo del teatro abbiamo potuto osservare delle mappe del teatro, un disegno, raffigurante Numa Pompilio con la ninfa Egeria, che poi venne riprodotto in un sipario, e la riproduzione di due antichi costumi teatrali.
Io non avevo mai visto un teatro così antico e mi piaceva,mentre ero lì, immaginare i tempi antichi, tutti gli applausi e magari anche qualche fischio che avranno ricevuto gli attori e le attrici vestite con quei meravigliosi costumi.
Beatrice B. G>
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