Le fate poetiche: Visita al teatro Argentina

venerdì 27 aprile 2007

Visita al teatro Argentina



La storia del teatro Argentina e’ molto lunga; inizia con un monaco di nome Burcardo, che venuto a Roma da Strasburgo fece da cerimoniere pontificio a quattro Papi diversi. Quando il monaco decise di stabilirsi a Roma, chiese al Papa di poter costruirsi un palazzo con un’alta torre, dove adesso sorge il teatro Argentina.
Per tale costruzione sorse una lite tra la famiglia Sforza Cesarini ed il monaco. Su tale lite intervenne il Papa che fece costruire la torre con l’accordo che dopo la morte di Burcardo il palazzo sarebbe passato alla famiglia Sforza Cesarini. Alla torre il monaco dette il nome di Argentina in ricordo della sua città che allora si chiamava Argentoratum.
Intorno al Settecento la famiglia Sforza Cesarini passò un periodo di grave crisi, il capo famiglia, Giuseppe decise di far diventare la torre un teatro per ricavarci del denaro.
Nel Settecento il pubblico che frequentava il teatro era ben diviso; in platea vi andavano le persone più semplici, mentre le balconate erano riservate alle persone più ricche.
A quei tempi si poteva comprare o affittare le balconate che venivano abbellite dai proprietari.
Nell’Ottocento il teatro, venne ingrandito ed abbellito; la sua forma era a ferro di cavallo detta anche all’italiana.
Nel 1843 il teatro fu venduto ad Alessandro Torlonia che non cambiò radicalmente la sua struttura, ma si limitò ad abbellirlo. Francesco Grandi è il pittore che dipinse il soffitto del teatro, che non è quello attuale.
L’illuminazione fin dall’Ottocento era a candele che producevano fumo e cattivo odore, erano anche pericolose poiché il teatro era tutto in legno; solo nell’Ottocento arrivò l’illuminazione a gas.
Nel 1869 il teatro fu comprato per 100.000 scudi dal Comune che rinforzò la struttura con il ferro e lo abbellì con decorazioni a rilievo.
La struttura che oggi possiamo ammirare risale proprio a quest’ultima ristrutturazione.

Giulia

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