Le fate poetiche: Visita al teatro Argentina

venerdì 27 aprile 2007

Visita al teatro Argentina



Martedì 24 aprile siamo andati con le professoresse Mancini e Palmisano al Teatro Argentina. Questo Teatro, situato in Largo di Torre Argentina, è uno dei principali teatri di Roma.
Appena entrati nel teatro ho notato che i colori prevalenti erano l’oro e il rosso.
La guida, di nome Francesca, ci ha spiegato che questo teatro è stato inaugurato il 31 gennaio 1732 con la rappresentazione dell’opera Berenice composta da Domenico Sarro.
Il teatro fu costruito dalla famiglia Sforza Cesarini che fece demolire una parte secondaria della casa del Burcardo ( monaco di Strasburgo cerimoniere pontificio) per fare spazio al palcoscenico, mentre la torre e altri ambienti del palazzetto furono adibiti ai servizi del teatro e per i camerini per gli artisti. Il progettista del teatro fu Gerolamo Theodoli.
Il teatro è costruito in legno eccetto le mura perimetrali e le scale in muratura. Ha la forma a ferro di cavallo per le necessità acustiche e visive con cinque ordini di palchi e un loggione che era riservato agli amanti della musica e agli esperti. La platea era riservata alle persone più semplici, i nobili, invece, sedevano sui palchi.
L’edificio rimase a lungo senza facciata, costruita soltanto nel 1826
ad opera dell’ architetto P.Holl.
Il teatro nel 1843 fu venduto ad Alessandro Torlonia che introdusse solo cambiamenti estetici, infatti sul soffitto al posto dello stemma degli Sforza fece scolpire dei bassorilievi con figure mitologiche.
Poi, sempre con la guida siamo saliti al quinto piano dove è situato il Museo Storico del Teatro qui erano in mostra due vestiti da teatro: uno femminile e uno maschile, inoltre erano esposti quadri e il documento della vendita del teatro ad Alessandro Torlonia.
Una cosa che mi ha molto colpita, per le sue notevoli dimensioni, è stato il rotone, che era usato per alzare e abbassare il sipario.
Alle 11.30 siamo ripartiti e dopo tre quarti d’ ora siamo arrivati a scuola molto stanchi e affamati ma entusiasti della visita.
Elisa C.

ELISA C.

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