Le fate poetiche: Il drago a due teste

martedì 16 gennaio 2007

Il drago a due teste


Tanto tempo fa, in un piccolo regno ai confini del mondo, viveva un re che aveva perso tutte le sue ricchezze.
Il re era tanto povero perché era stato derubato dagli scagnozzi del drago a due teste che viveva in una caverna non molto lontana dal castello.
Il re, stanco della sua misera situazione, decise di radunare tutte le persone disposte ad aiutarlo. Ma alla sua chiamata rispose solo un vecchio mendicante. Il re, perplesso, gli spiegò la missione da compiere.
Il giorno dopo, il mendicante partì per la caverna. Attraversò un enorme bosco dove incontrò un cavallo parlante con le ali che gli chiese dove stesse andando. Il mendicante gli spiegò la sua storia e il cavallo decise di aiutarlo nell’impresa.
Il cavallo lo portò da un suo amico gatto, anche lui parlante.
Il micio, in realtà, era un mago molto potente e donò al vecchio una spada invincibile.
Dopo aver salutato il generoso gatto, insieme al cavallo il mendicante uscì dal bosco e arrivò nei paraggi della spaventosa grotta.
Cercarono un’entrata secondaria per sorprendere il drago alle spalle. Trovarono un cunicolo che li condusse dinanzi ad una porta semi aperta.
Dietro quella piccola porta c’era un essere squamoso a due teste che sguazzava nell’immenso tesoro del re.
I due amici aprirono la porta silenziosamente e il mendicante, arrivato alle spalle del drago, sferrò un colpo con tutta la forza che aveva nelle due braccia e gli mozzò una testa.
L’essere immondo si voltò infuriato, colpì il mendicante con la coda e lo stese.
Il cavallo, infuriato, volò fino alla faccia del drago e iniziò a tempestarlo di calci.
Allora, il drago scappò dalla grotta volando, inseguito dal vecchio in groppa al suo cavallo alato.
Il cavallo, indubbiamente più veloce, si accostò al drago affinché il mendicante potesse vibrare il colpo fatale alla testa superstite.
Colpito, il drago precipitò a terra con un gran tonfo. Era morto.
Il mendicante tornò vincitore e restituì al re il tesoro.
Il sovrano, come premio, gli donò metà del suo denaro e, da quel momento, il vecchio visse, insieme al suo cavallo, ricco e contento.
Federico M.

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