Le fate poetiche: Il re buono ma odiato

martedì 16 gennaio 2007

Il re buono ma odiato


Molti anni fa, in un posto sperduto, regnava un Re magnanimo e buono che tutti amavano come un fratello, tranne una persona: suo nipote, tra l’altro neanche tanto sano di mente.
Il Re sapeva bene che suo nipote non lo amava, anzi lo odiava a morte! Perché lui aveva un grande sogno, quello di essere a capo di un grande Regno.
Infatti, negli anni precedenti, aveva tentato varie volte di ucciderlo ma il Re, in un modo o nell’altro, era sempre riuscito a salvarsi.
Ultimamente, però, i due avevano fatto un patto verbale e cioè dovevano lasciar fuori da tutta questa vicenda il figlio del Re, Timmy.
Un giorno, al nipote, dei consiglieri malvagi dissero che, se avesse voluto conquistare il trono, avrebbe dovuto uccidere il Re.
Così, nella notte, egli cominciò a procurarsi le armi più prestigiose e valorose del Regno per poi recarsi al castello la mattina del giorno seguente; dimentico però del fatto che, comunque fosse andato il duello, il successore al trono non sarebbe stato di certo lui, ma il figlio del Re.
Il giorno dopo, arrivato sul ponte che collegava al castello, chiamò il sovrano a gran voce e gli disse che avrebbe voluto sfidarlo a duello.
Il Re, dapprima titubante per il fatto che voleva lasciar fuori dalla vicenda suo figlio, disse di no. Poi però, visto che anche a lui erano giunte voci delle ridicole intenzioni di suo nipote e viste le sue continue insistenze e le sue pesanti minacce, decise di accettare la sfida..
Intanto tutti gli abitanti del paese si erano radunati nei pressi del castello e tra loro c’era anche Timmy, incuriosito dalla gran confusione che aveva sentito dalla sua stanza.
Nel frattempo, il nipote aveva deciso di combattere anche contro il figlio del Re, ma quest’ultimo protestò in nome di quel patto verbale che avevano fatto qualche tempo prima e di cui il nipote sembrava essersi completamente dimenticato.
A questo punto il Re pensò bene che forse sarebbe stato meglio combattere due contro uno e quindi si sbrigò a chiamare suo figlio, anche perché suo nipote non sentiva ragioni.
Iniziò il duello, ma neanche dopo cinque minuti il povero nipote si accasciò a terra colpito dalla spada del figlio e fu così che se ne andò a gran fatica e non si fece mai più vedere, mentre nel Regno la pace dominò sovrana per molti altri anni.
Marco

Nessun commento: