Le fate poetiche: La “divina” commedia

sabato 6 gennaio 2007

La “divina” commedia



All’inizio del cammin di nostra vita, ci ritrovammo per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.
Alberi cupi, alti, erano sopra di noi , il bosco era avvolto da una leggera nebbiolina che rendeva poco visibili le immagini e stranamente non si vedevano né fiori né colori; tutto era avvolto da una leggera luce, quasi impercettibile.
La paura incominciava a prendere il sopravvento su di noi, quando all’improvviso da dietro un tronco, in lontananza, ci apparve un’immagine che lentamente si avvicinava, era un uomo con una strana veste medievale; sulla sua testa aveva una corona di alloro e nel viso la cosa che si notava di più era il suo naso, davvero impressionante!!
Ci guardammo stupiti e sussurrammo contemporaneamente:“E’ il sommo poeta, Dante Alighieri!”
Egli si avvicinò a noi e iniziò a parlare una lingua strana che non riuscivamo a comprendere. Dante si rese conto della nostra difficoltà nel capire il dialetto volgare e decise di parlare una lingua a noi più comprensibile.
Egli ci rassicurò e ci disse che ci avrebbe accompagnati nel nostro viaggio, anche perché era un esperto, visto che qualche centinaia di anni prima anche lui si era trovato nella stessa situazione. Eravamo increduli, non sapevamo bene cosa ci sarebbe capitato né se quello che stavamo vivendo fosse un sogno di qualcuno di noi tre che coinvolgeva anche gli altri due, protagonisti del caso.
Prendemmo comunque coraggio e ci incamminammo dietro il poeta.
Dante ci spiegò che saremmo entrati in un luogo strano dove avremmo incontrato molte persone di nostra conoscenza, tra queste persone alcune erano ancora in vita ma la loro immagine si trovava già proiettata nel luogo più adatto ad ospitarle, a seconda delle loro caratteristiche e del loro comportamento.
La prima domanda che ci venne in mente era “Qual’è lo scopo del nostro viaggio?” lui ci rispose “Voi siete qui per ritrovare la via perduta”e dopo questa frase che sembrava tratta dai baci perugina ci avviammo verso l’ oscurità.
Camminando, camminando, camminando per ore alla fine ci trovammo davanti ad una porta infuocata che si spalancò davanti a noi e ci mostrò un grande fiume, noi ci avvicinammo e intanto dall’ orizzonte vedemmo un uomo su di una zattera, si avvicino a noi, portava un cappuccio sulla testa, in mano aveva dei contratti e dietro di se milioni di euro.
Si tolse il cappuccio ed era lui, l’ uomo simbolo della Juventus, LUCIANO MOGGI.
Appena ci vide Luciano ci disse “dai poteri a me conferiti da Biscardi io non vi posso far passare” e allora Dante disse “Moggi non ti crucciare vuolsi cosi colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”. Allora Luciano con la faccia un po’ turbata disse “Ok passate” e ci traghettò sull’altra sponda.
Camminando, camminando arrivammo agli ignavi dove vendemmo una donna a noi familiare, allora chiedemmo spiegazioni a Dante e lui ci disse “Questi sono gli ignavi, sono coloro che durante la loro vita non hanno mai agito, né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre” allora noi indicammo la donna e lui rispose “Quella è ANGELA MERKEL, si trova qui poiché non ha affrontato i suoi doveri, infatti nel 2008…ah voi non siete ancora arrivati nel 2008”. Dopo esserci riposati un po’ ce ne andammo.
Camminando arrivammo al girone dei lussuriosi dove vedemmo un uomo affogare in una pozza di petrolio e Dante disse “volete parlarci?” noi rispondemmo “si, ma chi è?” lui rispose “è BUSH” Ci avvicinammo e gli chiedemmo perché era in quello stato e lui disse”sono immerso nel petrolio perché in vita ero ossessionato da questo oro nero ed ora la cosa che pensavo mi potesse rendere felice mi sta facendo morire”sentendo queste parole noi incominccimmo a riflettere, dopo poco ce ne andammo. Finalmente eravamo usciti dall’ Inferno ed eravamo arrivati in Purgatorio dove incontrammo Ciampi che ci disse “Cari italiani e care italiane benvenuti nel Purgatorio qui le anime pagano meno tasse che nell’Inferno e tutti i cittadini amano un solo leader”. Il discorso sembrava infinito e alla fine Dante consigliò a Ciampi di concludere allora Ciampi disse “Cari Italiani e care italiane purtroppo me ne devo andare, buone feste”e cosi ce ne andammo. Ci avviammo verso la cima quando davanti a noi si presentò un ragazzo con il maglione rosso con su scritto ART ATTAK : si, era lui Giovanni Mucciaccia che ci disse “Avete un attacco d’arte, bene, prendete la dentiera di vostra nonna e quella di vostro nonno, anzi sfilategliela dalla bocca, fatto? bene adesso togliete tutti i denti ed incollateli su di un asse di legno con abbondante Colla vinilica, fatto? bene , con i denti sani fate i tasti bianchi e con gli altri i tasti neri, fatto? adesso sfilate tutti i fili elettrici dai muri di casa, fatto? collegate ogni dente ad un filo, mettete tutto dentro un cassettone e, complimenti, avete fatto un pianoforte fatto in casa”.
Dante era cosi adirato da questa buffonata che gli stava per tirare un sandalo in faccia ma noi lo trattenemmo e ci mettemmo a ridere. Eravamo giunti al Paradiso e Dante ci disse “Io qui vi lascio però avrete un'altra guida” e cosi scomparve, quelli furono minuti di angoscia ma poco dopo accompagnato dalla colonna sonora del TG4 apparve il Direttore Emilio Fede che ci disse “Venite, adesso vedrete Dio” , subito dopo , una luce fortissima, era lui:DIO. Alla sua destra sedeva un uomo basso , quasi pelato e con un sorriso stampato sulla faccia e alla sua sinistra un uomo con gli occhiali, con la pappagorgia e con un foglio con su scritto FINANZIARIA!!!!!!!!, dopo pochi minuti un'altra luce fortissima e…………………………….

1 commento:

fate ha detto...

Caro X,
dagli errori di ortografia e punteggistura che ho corretto credo di aver capito chi sei ma forse sbaglio.
La tua storia è carina e divertente
scrivi ancora
Ciao,
prof. Tess