Le fate poetiche: Al parco nazionale d'Abruzzo

domenica 13 maggio 2007

Al parco nazionale d'Abruzzo


Caro diario
Sai, mercoledì, io e la mia classe, la terza E, abbiamo fatto una gita particolare, siamo andati al parco nazionale d’Abruzzo sul versante laziale. Abbiamo preso un pullmann insieme alla prima E, la terza F e le professoresse Palmisano e Mancini. Siamo partiti molto presto da scuola e, dopo quasi tre ore di viaggio, siamo arrivati vicino ad un paesino di nome Settefrati. Qui abbiamo conosciuto la nostra guida e quella della prima. La nostra guida si chiamava Maria e lei ci ha guidato dentro il parco , raccontandoci notizie molto interessanti. Ad esempio che il parco non è recintato, gli animali non sono tenuti nelle gabbie ma sono liberi di stare dove vogliono comunque sotto osservazione e controllo, ci sono più di 150 sentieri che sono percorribili da tutti anche se, per alcuni tratti, tortuosi, e per finire il parco può essere visitato da tutti senza alcun costo di ingresso.
Inoltre la nostra guida ci ha spiegato che il parco è diviso in quattro zone: la zona A, è una zona vietata ai visitatori; la zona B, è la zona da cui partono tutti i sentieri; la zona C dove ci sono i posti riservati all’agricoltura e all’allevamento; la zona D è la zona del parco abitata. A sentire la notizia che delle persone siano così fortunate da vivere in un posto come quello, ho cominciato a provare un pochino di invidia, come si dice a Roma, “ho rosicato un pochino” !!!
Dopo le spiegazioni, la guida ci ha proposto di fare dei giochi: il primo e il più importante era un gioco in cui dovevamo assumere delle diverse posizioni rispetto ad un albero. Poi dovevamo definire l’albero con gli aggettivi che ci venivano in mente dalla posizione in cui ci trovavamo. Poi con questi aggettivi abbiamo composto una poesia. Un altro gioco è consistito nell’utilizzare delle cornici vuote, che ci ha fornito la guida, per comporre dei quadri posizionandole intorno a quello che la natura ci offriva, un fiore, un sasso, ecc. A queste composizioni dovevamo dare dei nomi.
Siamo subito ripartiti per fare una scampagnata nel bosco. Dopo quasi mezz’ora di cammino, ci siamo fermati ad un bivio dove la professoressa ci ha letto un diario di una giuda in pensione. La professoressa ci ha letto di ragazzi di città come noi, che andavano a visitare il parco ma che dimostravano di avere timore per le cose naturali, come il togliersi le scarpe per camminare a piedi nudi sul prato. La guida, dopo aver fatto leggere il diario alla professoressa, ci ha detto di trovarci un posto a nostro piacimento, dove dovevamo scrivere quello che stavamo provando in quel momento. Io ho scelto di stare seduto sulle radici di un albero da dove potevo ammirare la bellezza della valle fino a vedere il piccolo fiume Anneto. Ho scritto: “mi trovo seduto sulle radici di un albero dopo una lunga passeggiata attraverso il parco. Anche se sono stanco, posso dire che del parco mi piace tutto, è un posto dove non ero mai stato ed è magnifico, non si vede un palazzo, niente macchine, o gente che “gira”. La poesia che ha letto la professoressa, mi ha fatto sentire parte di questo magnifico e magico posto”.
Dopo abbiamo raggiunto la prima E che stava ancora banchettando vicino ad una cascata e ci siamo aggregati al banchetto. Dopo la scorpacciata ci siamo incamminati verso il punto di partenza.
Arrivati, siamo saliti sul pullmann che ci ha portato in un paesino dove c’era un piccolo palazzo dove avevano allestito una camera con i quattro animali imbalsamati caratteristici del parco (l’orso marsicano, il lupo, il camoscio e il cervo). La guida ci ha poi spiegato come è composto il cranio di un cervo e di un capriolo. Ci ha fatto sentire il verso del cervo e dell’orso morsicano che è un’ orso che si trova solo nel parco nazionale d’Abruzzo.
Abbiamo anche visto un filmato degli animali del parco e dei loro comportamenti.
Ci siamo ricongiunti con la prima e siamo andati al pullmann per tornare alla nostra amata Roma, seppur inquinata.
Rincoboy

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