Le fate poetiche: UNA GIORNATA AL CAMPO DI TIRO

martedì 1 maggio 2007

UNA GIORNATA AL CAMPO DI TIRO


Caro Diario,
Oggi, come tutte le domeniche, mi sono recato al campo di tiro con l'arco con papà per svolgere il consueto allenamento. Come al solito, ci siamo fermati davanti il cancello del campo, sono sceso per aprirlo e cosa stranissima, dopo qualche centimetro di apertura, il cancello mi tornava indietro sbattendomi sulla fronte. Dopo essermi ripreso dal colpo, ho provato a riaprire il cancello con più forza ma niente. Non riuscivo ad aprirlo. Alla fine, avevo la fronte coperta da un unico grosso livido viola. Per fortuna, è arrivato il mio istruttore che ha aperto il cancello facendomi scoprire che avevano istallato un braccio per l'apertura automatica e che senza chiave o telecomando non l'avrei aperto neanche se avessi avuto 20 teste su cui fare i lividi.
Con un po' di mal di testa ho montato l'arco e, dopo essermi posizionato sulla linea di tiro, ho iniziato a tirare. Dopo qualche serie di frecce, è arrivato un caldo che “spaccava le pietre”. Così ho posato l'arco, ho tolto il para braccio, mi sono tolto il maglione, ho ripreso l'arco e ho ricominciato a tirare. Alla prima freccia, la corda ha sbattuto contro il braccio facendomi urlare come un disperato. In effetti mi sono accorto che non avevo rimesso il para braccio e che la corda, strusciando sul mio braccio, aveva portato via circa un etto di pelle, lasciando un segno rosso fuoco. Eppure una delle prime cose che insegnano è che il para braccio è un' attrezzo essenziale per un buon arciere che non vuol farsi del male. Superato il dolore forte, riprendo a tirare, ma alla seconda freccia sento un rumore che non mi convince. Infatti, quando sono andato a raccogliere le frecce mi sono accorto che con l'ultima freccia ho rotto l'impennaggio della freccia precedente... Ho scoperto una cosa, caro diario. Oggi non è stata proprio una giornata fortunata !!!!

Rinco boy

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